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CANTONEFrankie hi-nrg mc: «Se apro bocca, Salvini mi querela»

05.10.18 - 06:01
Il rapper italiano sarà uno dei grandi protagonisti di Film Festival Diritti Umani Lugano: un suo dj set è in programma al Living Room venerdì 12 ottobre alle 23.30
Frankie hi-nrg mc: «Se apro bocca, Salvini mi querela»
Il rapper italiano sarà uno dei grandi protagonisti di Film Festival Diritti Umani Lugano: un suo dj set è in programma al Living Room venerdì 12 ottobre alle 23.30

LUGANO - Tra pochi giorni - martedì 9 - prenderà il via la quinta edizione della rassegna, per poi concludersi domenica 14: numerose e accuratamente selezionate le pellicole in proiezione, così come sono molteplici gli incontri e i dibattiti in programma.

Un elemento cardine nella lotta contro la violazione dei diritti dell’uomo - malgrado la superficialità che anno dopo anno contamina in maniera sempre più evidente il mondo dello spettacolo - è anche la musica, la canzone, la canzone d’autore.

Tra i pochi che ritroviamo tuttora in prima linea, a reclamare il rispetto della dignità umana, è proprio lui, Frankie hi-nrg mc.

Frankie, da quasi tre decenni le tue rime danno voce all’anello più debole della società. Cosa è cambiato in tutto questo tempo?

«Se la tutela dei deboli fosse affidata alle canzoni di oggi, i deboli morirebbero tutti. Non perché non ci siano cantautori capaci di raccontare, ma perché la tendenza attuale si orienta sempre più sul disimpegno, sul singolo ascoltatore, mettendolo al centro di versi e strofe. Una volta, invece, con la comunicazione si cercava di fare un lavoro diverso... Va detto, comunque, che rispetto ad anni fa, oggi, oltre a più associazioni e organizzazioni, c’è una maggiore sensibilità, c’è più informazione. Direi quindi che i social media funzionano anche bene, per cose positive e non solo per attirare negatività…».

Per dare alla luce le tue prime rime a chi ti sei ispirato?

«Quando ho iniziato non è che avessi dei punti di riferimento italiani… Ma mi accorgo che Gaber e Jannacci rappresentano un punto importante nella mia crescita culturale e musicale, nonostante non sia mai stato un loro fan come lo sono stato per i Beastie Boys o i Public Enemy. Come dire, non mi sono mai messo in camera un poster di Jannacci o di Gaber, ma, grazie ai miei, ho iniziato ad ascoltarli fin da bambino...».

In favore dei più deboli c’è ancora tanto da fare. Qual è la prima cosa a cui dovremmo far fronte?

«Dovremmo individuare la fetta più fragile della società. Ed evidentemente oggi è rappresentata dai migranti».

Che vorresti dire a Salvini?

«Perché mi devo beccare delle querele?».

Insisto…

«Mi scervellerei a trovare dei suggerimenti con il mio piccolo buon senso… Ma visto che la sua direzione è talmente e drasticamente contraria alla mia maniera di intendere, io a Salvini non posso dire nulla senza essere passibile di querela...».

Chi dovrebbe vestire la carica di ministro dell’Interno, secondo te? 

«Tra i viventi non mi viene in mente nessuno...».

Quale è stata la tua prima reazione quando hai saputo che Mimmo Lucano, il sindaco di Riace, è ai domiciliari per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, quando, come ben sappiamo, ha trasformato la località calabrese in un vero e proprio modello di accoglienza dei migranti?

«Di indignazione. Sono gli atti di disobbedienza civile che hanno permesso il progresso in tante parti del mondo: penso a Gandhi, a Mandela, a John Lennon… Ognuno, a suo modo, è riuscito a cambiare il corso delle cose… Con degli atti di disobbedienza civile questo sindaco ci ha provato, lo stanno stoppando, ma non tutto è perduto. L’importante è fare capire alla gente che quegli illeciti non erano volti all’arricchimento personale, ma avevano - e hanno - un intento di smussare problemi burocratici e accelerare l’integrazione delle persone: se le culture si devono incontrare, facciamole incontrare! Facciamole vivere insieme in maniera positiva, in maniera costruttiva! Purtroppo, il governo tutto questo preferisce tagliarlo, censurarlo…».

Torniamo alla musica… Quali vinili gireranno sul piatto nel corso del dj set al Living Room?

«Neanche uno!».

In che senso? La serata in programma porta un titolo ben preciso: “L’Alto Parlante Gira Dischi”.

«Tengo dj set anche “a base di vinile”, ma nella fattispecie arriverò a Lugano con un controller… Ci sarà musica per ballare… Ciò che conta è ciò che entra nelle orecchie. Ovvero vibrazioni. E saranno positive!».

Riserverai del tempo anche per un live set, giusto?

«Qualche pezzo lo canto sempre volentieri…».

“Essere Umani” (Materie Prime Circolari), il tuo ultimo album, è uscito nel 2014. Stai lavorando a nuovo materiale?

«Non è un disco, ma un progetto che sto iniziando a collaudare in giro. Si tratta di uno spettacolo teatrale - che sta diventando anche un libro -, dal titolo “Faccio la mia cosa” (come il suo singolo del 1993, ndr), in cui racconto la storia della mia vita e gli inizi dell’hip hop, con aneddoti e curiosità…».

Devi portarlo anche in Ticino, allora…

«Molto volentieri… In Svizzera c’è molta sensibilità rispetto al racconto, al teatro, così come a questo tipo di progetti un po’ più trasversali…».

Immagino però ci sia anche qualche nuovo pezzo nel cassetto, mi sbaglio?

«Guarda… Ho appena registrato il brano (omonimo) per i titoli di coda del prossimo film di Massimiliano Bruno, “Non ci resta che il crimine”, che uscirà, presumo, nel corso delle prossime festività natalizie…».

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