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STATI UNITII Cage Rage infastidiscono Nicolas Cage

19.09.18 - 16:50
L'attore pensa che contribuiscano a sminuire i lavori nei quali appare e le sue interpretazioni
I Cage Rage infastidiscono Nicolas Cage
L'attore pensa che contribuiscano a sminuire i lavori nei quali appare e le sue interpretazioni

LOS ANGELES - Nicolas Cage è (suo malgrado) un re dei meme, ma non è molto orgoglioso di esserlo. Nel corso di un'intervista a Indiewire per il lancio del suo ultimo film, l'horror "Mandy", il premio Oscar ha detto di essere frustrato dai Cage Rage e pensa che contribuiscano a sminuire i lavori nei quali appare e le sue interpretazioni.

Di che si tratta? I Cage Rage sono fermi immagine - solitamente buffi o grotteschi - tratti da numerosi titoli della filmografia dell'attore, che vengono uniti a frasi totalmente slegate dal contesto al fine di ottenere un effetto umoristico. Nel 99% dei casi ci riescono, ma Cage pensa che non sia un bene.

«Prendono dei momenti precisi, li sottraggono al contesto del film e ne fanno dei meme. Li hanno chiamati "Cage Rage" ed è frustrante. Sono convinto che sia frustrante per il regista di MandyPanos Cosmatos, che ha fatto un lavoro poetico, lirico, ed estrarre scene per farne dei meme rischia di depotenziare il film. Ed è frustrante per me, perché mi piacerebbe continuare a lavorare con Panos, ma internet non gioca a mio favore» ha dichiarato alla rivista.

Cage dice che la sua recitazione non segue volutamente i canoni naturalistici: «A me piace l'arte astratta, voglio imitare l'Urlo di Edvard Munch, come ho fatto in "Ghost Rider: Spirito di vendetta", e non sono il primo». Cita James Cagney, Richard Burton e Bruce Lee quali attori che «amavano una recitazione stilizzata e carismatica», più o meno come lui. Infine ammette di avere una predilezione per personaggi decisamente sopra le righe: «Ho fatto certe scelte per realizzare le mie fantasie astratta sulle performance, interpretando personaggi folli o interpretando persone sotto effetto di stupefacenti o possedute da forze soprannaturali perciò ho il permesso, se vogliamo dire così, di esplorare la recitazione espressionista o il westen kabuki. Come lo volete chiamare».

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