Cerca e trova immobili

LOCARNOLa dittatura del “like”: nella trappola dei social

05.08.18 - 19:00
“Likemeback” è un film attualissimo sui pericoli dei social media e l’impatto che può avere sulle vite. Tre giovani lo scopriranno a spese della loro amicizia
La dittatura del “like”: nella trappola dei social
“Likemeback” è un film attualissimo sui pericoli dei social media e l’impatto che può avere sulle vite. Tre giovani lo scopriranno a spese della loro amicizia

LOCARNO - Lavinia, Carla e Danila sono tre amiche che hanno deciso di festeggiare la fine del liceo con una vacanza in barca nel cristallino mare della Croazia. Sono sole, con uno skipper e soprattutto con i loro telefonini. Sono giovani, belle, spensierate, libere e con tanti sogni. Condividono ogni momento della loro crociera in barca a vela sui social, inconsapevoli che questo cambierà le loro vite per sempre. E il viaggio si trasformerà in un brutale rito di passaggio all’età adulta. Questo in sintesi il film di Leonardo Guerra Seragnoli in concorso nella sezione Cineasti del presente.

L’inizio è idilliaco: acque cristalline in cui le tre amiche, particolarmente su di giri, si tuffano. Solo Carla, delle tre, sembra più consapevole dei pericoli dei social media. Mentre Danila esulta per aver raggiunto 30 mila follower postando foto su foto senza criterio, Lavinia si spinge in provocazioni sempre più esplicite. Ma ben presto le fragilità di ognuna di loro emergeranno col passare della vacanza.

Nell’era della selfie mania, “Likemeback” è un film di scottante attualità che porta sugli schermi le contraddizioni di una comunicazione che da libera e immediata, si trasforma in una trappola carica di sofferenze. Purtroppo la realtà è piena di storie e drammi legati ad una eccessiva esposizione mediatica della propria vita su piattaforme dove saltano completamente codici di comportamento e barriere di protezione.

I social sono una piazza tremendamente affollata su cui si ostenta tutto, spesso senza inibizioni. La relazione con “l’altro” si limita spesso all’esibizione di volti e corpi, plasticamente e spesso senza riflettere, giacché l’immediatezza tipica dei social cortocircuita ogni intermediazione. Il narcisismo da social network, ovvero quando la vanità sfiora la malattia, è un problema di quest’epoca. A causa anche dei social network, che alimentano la bulimia dell'attenzione altrui, i disturbi della personalità sono aumentati.

«L’uso superficiale dei social media e la violazione della privacy – spiega l’autore nelle note di regia - sono problemi crescenti della nostra società. “Likemeback” nasce dalla volontà d’indagare i potenziali effetti di questi problemi nei rapporti d’amicizia di oggi che sono in piena evoluzione, caratterizzati da una promiscuità di relazioni reali e virtuali simultanee e complesse e quindi ancora alla ricerca di regole etiche chiare».

E Leonardo Guerra Seragnoli aggiunge: «Ho sentito istintivamente che la storia di tre amiche in vacanza in barca nell’età che forse più rappresenta i rischi e le opportunità dell’uso dei social, col primo senso di libertà alla fine del liceo e la vita adulta davanti, fosse un modo per osservare le trasformazioni sociali in atto in un contesto indipendente, intimo, concentrato e riconsiderare un momento della mia vita che ricordo determinante».

Ogni giorno, più di 1,5 miliardi di persone pubblica dettagli della sua vita su Facebook e sono 3,5 miliardi i nuovi “like”, mentre le foto caricate su Instagram sono più di 80 milioni. Su Twitter gli utenti attivi sono 320 milioni. Ci sono persone che sui social vivono anche di notte, per controllare se hanno un follower o un like in più. E se una foto non ha ottenuto il consenso e dunque il successo atteso, la propria autostima si becca il classico schiaffo morale.

La dinamica è semplice: primo farsi vedere, secondo piacere. E via così, ogni giorno, in una spirale di esasperata ricerca di approvazione. Nel suo libro “La Trappola” lo psicoterapeuta e psichiatra, Paolo Crepet ha spiegato che «il narciso patologico crede che il mondo giri intorno a lui, ha un bisogno abnorme di affermazione, apprezzamento, attenzioni, accudimento. I narcisi sono così attaccati a se stessi che perdono di vista l’altro».

Il film è molto diretto e prosegue secondo un ritmo molto reale. Ti fa entrare nella dinamica relazionale delle tre amiche. Ti prende, ti interpella. Il linguaggio della generazione-social è portato sullo schermo in modo efficace. «Con “Likemeback” – commenta il regista – ho voluto privilegiare una ricerca d’espressione audiovisiva che tenta di rappresentare, stando a guardare, le emozioni improvvise, altalenanti, contrapposte e momentanee che sono generate dal rapporto quotidiano coi social media e che vengono condivise più o meno inconsapevolmente con chi è intorno. La barca mi è sembrata il luogo ideale per raccontare questa storia perché i limiti fisici dello spazio e l’isolamento dell’andare per mare, sono naturalmente in opposizione alla realtà di un mondo iper-connesso che ormai portiamo sempre con noi».

Il lavoro di Leonardo Guerra Seragnoli invita alla presa di coscienza: se è vero, come è vero, che il modo di relazionarsi oggi è cambiato definitivamente – perlomeno per moltissime persone – è importante conoscere, approfondire e comprendere meglio «per far parte costruttivamente – come conclude il regista – del futuro che verrà».

Concorso cineasti del presente: da vedere il 5 agosto ore 18.45 al Fevi; ripetizione anche il 6 agosto, ore 14.00 L’altra Sala e il 7 agosto ore 21.00 Palacinema.

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE