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CANTONEVanIggio si racconta: «Io, rock nell’anima»

03.07.18 - 06:01
Pubblicato pochi giorni fa nei principali digital store “A volte basta”, il nuovo singolo di VanIggio
VanIggio si racconta: «Io, rock nell’anima»
Pubblicato pochi giorni fa nei principali digital store “A volte basta”, il nuovo singolo di VanIggio

STABIO - A celarsi dietro il progetto troviamo il bassista Ivan Griggio che, come in tanti ricorderanno, negli anni Novanta militava nei Versivari. Successivamente, lo abbiamo visto nella band di Gionata, così in quella di George Merk, ma anche nel gruppo industrial metal Matamachete.

Da qualche tempo, Ivan ha scoperto la sua voce: profonda, granitica. Negli ultimi mesi ha messo a punto due singoli di ottima fattura: “Nuova luce” - il primo, più pop oriented - e “A volte basta” - il secondo e ultimo - con cui è tornato alla distorsione, al rock, ruvido e volutamente privo di inutili orpelli.

Ivan, raccontami la nascita di questo nuovo progetto...

«VanIggio è un acronimo che mi porto dietro dai tempi dei Versivari: era il nomignolo con cui mi chiamava Maurice Carallo, grande amico d’infanzia ed ex chitarrista del gruppo. Per me VanIggio rappresenta il mio passato, ma anche il mio futuro nel mondo della musica. Sono bassista di formazione, ma mi piace e mi è sempre piaciuto cantare: nei vari progetti a cui ho preso parte, diciamo pure che ho sempre fatto il “gregario”, ora, invece, ho preso in mano la situazione, buttandomi a capofitto senza pormi troppe domande». 

Lo scorso mese di ottobre hai pubblicato il primo singolo, “Nuova luce”: che vuoi dirmi al riguardo?

«Una sera, dopo aver finito un brano strumentale, ha incominciato ronzarmi in testa una linea vocale. Subito dopo ho preso carta e penna e, di getto, ho scritto il testo. In un'ora avevo per le mani un brano dalle sonorità pop che, a dirla tutta, per me era una cosa davvero anomala: come sai, sono rock nell'anima. Mancava comunque qualcosa: da lì l'idea di coinvolgere per un featuring Dj Costa della Big Bang Family che, secondo me, ha lavorato su uno special da paura. Qualche tempo dopo ho girato la traccia all'hammondista Cristiano Arcioni e al batterista dei Vad Vuc Roberto Panzeri che, con Anela Dereck (dei Soul Nest), hanno lavorato con me alla produzione della canzone. Per le registrazioni, il missaggio e la masterizzazione ci siamo affidati ad Antonio Chindamo, presso l'Auditoria Records di Fino Mornasco (Como)». 

Pochi giorni fa è invece uscito “A volte basta”... 

«“A volte basta” è semplicemente una riflessione sul tempo che passa: un discorso diretto fra me e la vita che spesso ti regala calci e pugni, ma, per fortuna, talvolta anche cose meravigliose: sta a noi coglierle al volo. Musicalmente, questo brano mi appartiene più di “Nuova luce”: mi esprimo al meglio con delle sonorità rock, distorsioni e strofe senza troppi fronzoli. Non a caso ho chiesto a Luca Princiotta di suonare le chitarre nella canzone: altrimenti chi avrebbe potuto dare il giusto tiro al pezzo?». 

C’è una connessione tra i due singoli?

«No, anzi. Per VanIggio “A volte basta” è un nuovo inizio: il progetto sta per trasformarsi in una band». 

Sei sulle scene musicali da quasi tre decenni, prima con i Versivari, poi con i Matamachete. Nel frattempo, hai collaborato anche con Gionata e con George Merk. Questo vuol dire che hai sperimentato in più territori sonori… Dove ti senti meglio? A metà strada? Dove, dimmi se sbaglio, in qualche modo troviamo VanIggio?

«Si, ho militato in tanti gruppi e con grandi artisti locali. Ho sempre cercato di collaborare con progetti originali perché è in questo tipo di contesti che puoi dare il meglio di te stesso. Quando faccio musica adoro sentire la potenza dei suoni delle chitarre distorte e del basso che, con la batteria, scandiscono il tempo come un martello compressore. Un riff di chitarra pulito è solo il preludio di quello che verrà dopo. La dinamica dei suoni per me è importantissima, ma la cosa che davvero non può mancare è il feeling con i miei compagni di viaggio: prima di essere dei musicisti devono essere degli amici. Sono uno all’antica ed è difficile per me confrontarmi nella musica, come nella vita, con persone che non danno importanza alle relazioni umane. Suono di pancia e la tecnica la lascio agli altri. Sì, comunque, penso di trovarmi a metà strada, anche perché da qui la vista è fantastica e ho più possibilità di scelta. Non ho uno stile, mi sento ancora in tutto e per tutto crossover». 

Le due canzoni anticipano un ep, un album?

«Un ep di 7-8 brani, la cui uscita è prevista tra settembre e ottobre, tramite l'etichetta Music Force di Chieti. “Nuova luce”, in ogni caso, visto che si muove a ridosso di un altro stile, non figurerà nella tracklist. Ora sto lavorando alle nuove canzoni con Cristiano Arcioni nel nostro studio a Chiasso». 

Cosa stai ascoltando in questo periodo?

«Dai Foo Fighters a Caparezza. Ascolto di tutto e questo mi porta a non focalizzarmi su delle sonorità specifiche. E la speranza è ovviamente quella di poter creare qualcosa di originale». 

Quando il primo live di VanIggio?

«Direi tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019...». 

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