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CANTONE«Vi racconto Battisti, tra canzoni e aneddoti»

01.06.18 - 06:01
A 20 anni dalla scomparsa di Lucio Battisti, la Notte Bianca di Locarno - domani alle 22 in Piazza Grande - lo ricorda con “Il nostro canto libero”
«Vi racconto Battisti, tra canzoni e aneddoti»
A 20 anni dalla scomparsa di Lucio Battisti, la Notte Bianca di Locarno - domani alle 22 in Piazza Grande - lo ricorda con “Il nostro canto libero”

LOCARNO - Uno spettacolo (ideato dal giornalista Giorgio Fieschi) che - tra brani passati alla storia e aneddoti - porterà sul palco nientemeno che Gianni Dall’Aglio - batterista, nonché fondatore, dei Ribelli - e il chitarrista Massimo Luca, i quali con il cantautore hanno inciso più di quaranta successi e suonato in occasione dello storico duetto televisivo Mina-Battisti del 1972. A Locarno saranno affiancati da Franco Malgioglio (basso, voce) e Johnny Pozzi (tastiere).

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Dall’Aglio…

Gianni, i brani firmati Mogol-Battisti pare non risentano dello scorrere del tempo…

«Anno dopo anno vengono amati e apprezzati sempre di più. Sono brani che non stancano e che non invecchiano. In qualche modo è come se Lucio continuasse a cantarli...».

Che tipo era in realtà?

«Molto modesto, riservato».

Come lo ricorda in studio di registrazione?

«Era un perfezionista. Quasi maniacale. Fino a quando non otteneva il risultato che voleva, lavorava a una sola idea per ore... Il suo metodo mi ha talmente condizionato che dopo una giornata con lui in studio tornavo a casa e iniziavo a comporre… Quei giorni con lui in sala di incisione per me sono stati una masterclass micidiale di composizione e di arrangiamento...».

A proposito… Lei, con Luciano Beretta e Ricky Gianco, nel 1967 scrisse “Pugni chiusi”, brano che poi incise con il suo gruppo, i Ribelli… Come nacque la canzone?

«Ero a casa mia, a Mantova. La sera prima sulle frequenze di Radio Luxembourg avevo sentito un blues, “When A Man Loves A Woman” di  
Percy Sledge. Mi aveva colpito così tanto che cercavo di ricordarlo in ogni suo passaggio: all’epoca non avevi la possibilità di registrare ogni cosa come oggi... Alla fine, scrissi la musica, immaginandomi il pezzo cantato da Demetrio (Demetrio Stratos, ndr), da poco entrato nell’organico del gruppo come tastierista e cantante. Mancava ancora il testo, così chiesi a Beretta di scriverlo. Quando andammo alla casa discografica, alla Ricordi, “Pugni chiusi” fu scelto come lato B. Poi, invece, gli addetti ai lavori ci ripensarono e divenne il lato A, il lato A del nostro primo 45 giri con l’etichetta...».

Torniamo a Battisti… Come fu costituita la band che nel 1972 accompagnò il duetto televisivo con Mina?

«Lucio ci fece contattare uno a uno, dandoci appuntamento sul treno che da Milano, la notte precedente alla performance, ci portò a Roma. Nessuno di noi musicisti, fino a quegli istanti, sapeva dello speciale televisivo: ci informò Lucio non appena il treno partì, chiedendoci, nel contempo, di andare nella sua cabina a provare i pezzi… Lui e Massimo imbracciarono la chitarra acustica, mentre io, bacchette alla mano, picchiavo sul cuscino del suo letto come se fosse una batteria... Gli altri, intanto, ascoltavano cercando di memorizzare tutto quanto… Il mattino arrivammo a Roma stanchi morti…».

E Mina, l’avete incontrata subito?

«No, alle sei del pomeriggio… E dopo una prova veloce, andammo in onda…».

So che a Locarno presenterà anche la sua autobiografia, “Batti un colpo” (Gabrielli Editori, 2014)...

«In quelle pagine ho messo a nudo tutti i miei sentimenti. Tutti i ricordi di questa mia fortunata vita...».

 

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