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CANTONEScilla Hess e quei "camp" da una canzone al giorno

11.05.18 - 06:01
La cantante presenta il suo nuovo singolo "Give U Up", ci spiega come è nato e come va il suo show tra musica, danza e moda
Scilla Hess e quei "camp" da una canzone al giorno
La cantante presenta il suo nuovo singolo "Give U Up", ci spiega come è nato e come va il suo show tra musica, danza e moda

LUGANO - "Give U Up" è l'ultimo singolo di Scilla Hess, la giovane cantante ticinese che da alcuni anni ormai ha base negli Stati Uniti, a Los Angeles.

È tornata in Ticino per qualche settimana per la promozione della nuova canzone, quindi ne abbiamo approfittato per fare il punto sulla sua carriera e sui progetti attuali e futuri.

Scilla, cosa ci puoi dire di “Give U Up?”

«Come i brani dell’album precedente mixa sonorità anni ‘40 e ‘50, un po’ swing con influenze jazz. Questa volta però sono andata un po’ più in una direzione pop, ho fatto un’evoluzione del sound grazie al lavoro con un giovane produttore svedese, Nicklas Eklund, specializzato in questo genere. Al brano, oltre a me e lui, ha lavorato anche Ellie Wyatt, compositrice di Londra che ha lavorato con artisti del calibro di Caro Emerald e molti altri».

Lo hai scritto in un “songwriting camp” ad Amsterdam: di cosa si è trattato?

«Lo ha organizzato un editore inglese che ha fatto una selezione di artisti, produttori e compositori da tutta Europa. Ci ha messo insieme ad Amsterdam e abbiamo scritto e prodotto il demo di una canzone ogni singolo giorno. È stato un ritrovo selezionato di professionisti, nel quale ci si confronta con persone di culture, non solo musicali, completamente diverse dalla tua».

Com’è stato scrivere una canzone al giorno?

«È stato intensissimo. Ci facevano cominciare alle 9 e un giorno ho finito alle 3.30 del mattino (ride). Ci si mette veramente sotto pressione: ogni giorno sei a stretto contatto lavorativo con gente con cui non hai assolutamente mai lavorato e, come si sa, scrivere una canzone è una cosa abbastanza personale. Scrivere specialmente le parole in due-tre ore, con tante persone intorno a te e per finire entro un orario stabilito, è sicuramente fonte di stress. Quando ti rilassi però riesci a dare il meglio di te. Non pensavo di ottenere così tanto da qualcosa di così intensivo».

In cosa sfocerà tutto questo impegno?

«Complessivamente ho fatto tre “camp” con questo editore: sono da poco tornata dalla Spagna, in Andalusia per la precisione. Anche in questa occasione abbiamo scritto tutti i giorni una canzone. Rispetto all’inizio sono molto più fiduciosa nei miei mezzi ed escono delle cose fantastiche. Sono molto contenta e fiera dei brani che sono riuscita a scrivere. Tra qualche mese andranno a comporre un disco: non so ancora se sarà un Ep oppure un album».

Ora sei “di passaggio” in Svizzera, ma quando ritornerai negli Stati Uniti?

«Torno il 15 maggio ma solo per due settimane e mezzo: vado a riproporre lo spettacolo tra moda, danza e musica che abbiamo già portato in tour. È basato sulle mie musiche e anche su cover di Etta James, Ella Fitzgerald e così via. Qualcosa un po’ alla “Jessica Rabbit”, diciamo. Invece di avere le modelle abbiamo le ballerine sulle punte che mostrano i capi delle collezioni. Per le coreografie collaboriamo con il Runway Ballet. Facciamo una convention di marchi del settore del lusso a Los Angeles e collaboriamo con una casa di moda che fa abiti per red carpet a dive come Nicole Kidman, Nicole Scherzinger, Mariah Carey e Beyoncé».

Come sono andati gli spettacoli precedenti?

«Molto bene: sono andata a febbraio in Iowa e sono entusiasti di questo nuovo concetto di show. Noi siamo gasatissime perché è molto bello quando crei qualcosa e viene apprezzato. Vogliamo portarlo in Europa ma bisogna cercare una casa di moda con la quale collaborare».

Finita la tournée, ti prenderai una vacanza oppure hai un nuovo progetto che ti aspetta?

«Quest’estate sarò a Lugano anche per scrivere e lavorare su un po’ di canzoni, ma sarò anche a Londra e in Belgio. Probabilmente farò qualche concerto ma al momento non ci sono ancora delle date».

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