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STATI UNITILa top-model trans: «Nella moda abusi sistematici, è successo anche a me»

16.03.18 - 11:00
Parola di Teddy Quinlivan, astro nascente della passerella: «Sul lavoro ti toccano tutti i giorni, è normale, ma c'è chi lo fa in maniera palese»
La top-model trans: «Nella moda abusi sistematici, è successo anche a me»
Parola di Teddy Quinlivan, astro nascente della passerella: «Sul lavoro ti toccano tutti i giorni, è normale, ma c'è chi lo fa in maniera palese»

NEW YORK - Astro nascente della moda, Teddy Quinlivan ha rischiato di giocarsi l'intera carriera quando l'anno scorso ha dichiarato pubblicamente di essere una transgender. La 23enne di New York, aveva coraggiosamente deciso di raccontare la sua transizione - avvenuta all'età di 16 anni - per motivi personali ma anche per lanciare un messaggio.

Oggi, come riporta Teen Vogue, la top ha voluto condividere un'altra storia: quella degli abusi sessuali sistematici nel mondo della moda. «Nella mia vita ho subito molestie in tutti gli ambiti: sul lavoro, nel tempo libero da gente con cui lavoro e durante degli appuntamenti».

«Nel mondo della moda ci sono molestie e abusi costanti, vengono subito rimossi perché siamo "un'industria creativa" e quindi "sessualmente liberi" e quindi "le molestie non sono molestie". Anche se ti ho toccata, non è importante, hai firmato per questo lavoro, no? E poi ti devi svestire per fare le foto...», ha raccontato Quinlivan.

«Intendiamoci, è pieno di momenti in cui ti toccano: ti devono vestire. Magari stanno aggiustando un passante dell'abito e ti sfiorano un capezzolo. Quello non è un problema. Ci sono delle volte però in cui è chiaro che non è così: gente che ti infila le dita sotto i vestiti e ti palpa palesemente».

Particolarmente traumatico per lei è stata l'esperienza di abusi avuta con un fotografo che ha preferito non nominare: «Era uno dei miei eroi, un punto di riferimento, una persona che ammiravo», ha ricordato, «Mi sono chiesta più volte cosa ho fatto per meritarmelo, come ho fatto a finire in quella situazione. La verità è che non ho detto né fatto niente. Semplicemente esistevo e quella persona, quel giorno, aveva scelto di farmi questo».

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