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ITALIADalla sospensione al trionfo: Meta e Moro vincono Sanremo

11.02.18 - 01:25
Si è aggiudicato la sessantottesima edizione il brano "Non mi avete fatto niente", favorito dall'inizio nonostante le polemiche. Sul podio anche Lo Stato Sociale e Annalisa
Keystone
Dalla sospensione al trionfo: Meta e Moro vincono Sanremo
Si è aggiudicato la sessantottesima edizione il brano "Non mi avete fatto niente", favorito dall'inizio nonostante le polemiche. Sul podio anche Lo Stato Sociale e Annalisa

SANREMO - È la coppia Ermal Meta e Fabrizio Moro ad assegnarsi la sessantottesima edizione del Festival di Sanremo, favoriti in finale con Annalisa (terza) e Lo Stato Sociale. Dalla sospensione, sul punto addirittura di essere esclusi, sono passati alla gloria, conquistando il pubblico dell'Ariston e di tutta Italia.

«Volevamo dire una cosa importante: questo premio è anche di Andrea Febo, l’altro autore del brano», hanno sottolineato i vincitori. Voglio dedicare questa vittoria a mio figlio Libero», è stato il commento di Moro. «È un'emozione indescrivibile. Lo dedico alla mia casa discografica che ha creduto in me quando nessun altro lo faceva», ha aggiunto Meta. 

Pausini tra la gente - L’ultima serata del Festival si è aperta con un bilancio di Claudio Baglioni: «È andato bene, anche se era partito storto soprattutto per il mio farfallino. Ha fatto più scalpore della farfallina di Belen, anche se erano in posizioni diverse». Molta era l’attesa per l’arrivo di Laura Pausini, grande assente per malattia. Ma mentre Baglioni scendeva le scale con la cantante, un problema tecnico ha annerito lo schermo della tv. Fiorello, molto apprezzato dal pubblico nella serata di apertura, ha raggiunto il Festival al telefono e ha preso in giro la Pausini con la “voce da malata”. Quando la cantante ha intonato “Come se non fosse stato amore”, un altro problema tecnico ha interrotto il video. A sorpresa lei è uscita dall’Ariston per continuare l’esibizione all’esterno, in mezzo alla gente.

“Gnigni” - Durante le cinque serate della sessantottesima edizione, più volte si è sentito sul palco il termine “Gnigni”. In molti - soprattutto chi non frequenta assiduamente il web - si sono domandati quale fosse il suo significato. Da Favino a Nina Zilli, passando per Annalisa, Michele Bravi, i Negramaro, ma anche Claudio Baglioni e Beppe Vessicchio hanno pronunciato questo termine senza un vero significato, ma che «fa un sacco ridere». Anche il Piccolo coro dell’Antoniano, all’Ariston per il duetto con lo Stato Sociale, ha fatto il verso a Favino, che ha poi postato il video sul suo profilo Instagram.

Da dove viene? La causa sono i The Jackal, youtuber napoletani, e la loro “operazione Sanremo". Prima dell’inizio del Festival hanno pubblicato un video in cui inscenavano il rapimento di Favino e la sua sostituzione con Fru, uno dei The Jackal. «Siamo stanchi della partecipazione passiva. Intere generazioni costrette a guardare il Festival senza avere la minima possibilità di esprimersi mentre sul palco salivano persone come Garko e Belen». La parola di quest’anno è quindi “gnigni” e Favino ha accettato la sfida. Già lo scorso anno i The Jackal si erano insinuati a Sanremo con il termine “termostato”, pronunciato addirittura da Carlo Conti e Maria De Filippi.

“La vecchia che balla” - Anche nell’ultima serata è tornata “la vecchia che balla”. Paddy Jones, 83 anni, è stata la vera star dell'esibizione degli Stato Sociale. Sarah Patricia Jones (questo il suo vero nome) è detentrice del Guinnes dei primati come ballerina più anziana di salsa acrobatica. Nel 2009, insieme al partner Nico, ha vinto Tu si que vales e nel 2014 hanno partecipato insieme a Britain's Got Talent.

Favino superstar - La vera rivelazione del Festival per molti italiani - o più che altro italiane - resta Pierfrancesco Favino. Non solo è un grandissimo attore - riconosciuto fino a Hollywood -, ma ha dimostrato di essere anche un ottimo presentatore, cantante e ballerino, uno showman con tutti i numeri in regola, compreso il sex appeal (il balletto in coppia con la Hunkizer sulle note di Despacito ha scatenato le invidie di mezza Italia).

Nell’ultima serata ha regalato anche un monologo sul tema migranti, sul testo di Koltès, che ha commosso lui e il pubblico a casa. Intanto sui social spopolava l'hashtag #favinonudo.

Il voto - Quest’anno la prima fase è stata caratterizzata dalla somma tra il televoto (50%), il giudizio della sala stampa (il voto dei giornalisti accreditati pesa del 30%) e della giuria di qualità (20%). I primi tre posti sono stati decretati nella seconda manche. A differenza degli scorsi anni, i voti accumulati durante le cinque serate hanno giocato un ruolo importante anche nell'ultima fase, cumulandosi con gli altri.

I favoriti della sessantottesima edizione erano - nonostante il rischio squalifica - la coppia Ermal Meta e Fabrizio Moro (che hanno vinto), ma anche Lo Stato Sociale, Annalisa (in finale), Max Gazzé (suo il sesto posto) e perfino Ron (che non è salito sul palco per un pelo), senza dimenticare i The Kolors che, nonostante fossero molto ascoltati su Spotify, si sono fermati solo al nono posto.

La classifica - 20° posto: Elio e le storie tese con "Arrivedorci"; 19°: Mario Biondi; 18°: Roby Facchinetti e Riccardo Fogli; 17°: Nina Zilli; 16°: Decibel; 15°: Red Canzian; 14°: Noemi; 13°: Renzo Rubino; 12°: Enzo Avitabile e Peppe Servillo; 11°: Le Vibrazioni; 10°: Giovanni Caccamo; 9°: The Kolors; 8°: Diodato e Roy Paci; 7°: Luca Barbarossa; 6°: Max Gazzè; 5°: Ornella Vanoni, Bungaro, Pacifico; 4°: Ron. 

I premi - Il premio della critica Mia Martini è andato a Ron con il brano "Almeno Pensami" scritto da Lucio Dalla. Lo Stato Sociale ha vinto il premio della Sala Stampa con il brano "Una vita in vacanza". Il premio Sergio Endrigo per la migliore interpretazione è andato al trio Vanoni-Bungaro-Pacifico con "Imparare ad amarsi". Il premio Sergio Bardotti per il miglior testo lo ha consegnato Pino Donaggio a Mirkoeilcane. Il premio Giancarlo Bigazzi è andato a Max Gazzè con il brano "La leggenda di Cristalda e Pizzomunno". Il premio Tim Music al brano più ascoltato sulla App di Tim: Ermal Meta e Fabrizio Moro. 

 

 

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