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CANTONEJerry a Locarno tra canzoni, cinema e cabaret

02.02.18 - 06:01
Jerry Calà si appresta a tornare in Ticino: il 17 febbraio (20.45) al Teatro di Locarno avremo modo di assistere a “Non sono bello... Piaccio!”
Jerry a Locarno tra canzoni, cinema e cabaret
Jerry Calà si appresta a tornare in Ticino: il 17 febbraio (20.45) al Teatro di Locarno avremo modo di assistere a “Non sono bello... Piaccio!”

LOCARNO - Uno spettacolo, quello del comico italiano, che si preannuncia assolutamente esilarante, il cui ricavato, tra l'altro, sarà devoluto in favore della Fondazione Patrizio Patelli di Locarno, impegnata dal 2002 nel sostegno finanziario di giovani - portatori di handicap e non - che svolgono attività sportive.

«Lo show è quello che ho portato a Lugano un po' di tempo fa, ma oggi è corretto e aggiornato al 2018 - ci spiega Jerry al telefono - In pratica, in due ore racconto la mia vita e i miei 45 anni di carriera». Tante canzoni «dai favolosi anni Sessanta a oggi» e tante gag. Gag che oggi fanno parte della nostra memoria collettiva: chi non ricorda, ad esempio, la «tazza punk» del film diretto da Marco Risi “Vado a vivere da solo” (Italia, 1982), in cui Calà vestiva i panni di Giacomino?

Jerry, cosa troveremo di nuovo a Locarno?

«“Non sono bello... Piaccio!” è uno “spettacolo work in progress”. Uno spettacolo, quindi, che ritaglio e ricucio anno dopo anno e a seconda del tipo di serata... In teatro, ad esempio, aggiungo dei monologhi, magari legati all'attualità... Per quanto riguarda le canzoni, invece, di nuovo c'è “Riccione”, la hit della scorsa estate firmata da The Giornalisti, gruppo che ora come ora è il mio preferito...».

Uno show che coprirà, come tu stesso hai detto poco fa, 45 anni di carriera...

«Tra battute e musica, passerò in rassegna quanto portavo sul palcoscenico nel periodo di cabaret con i Gatti di Vicolo Miracoli per poi, a poco a poco, arrivare ai film a cui ho preso parte, come “Sapore di mare” (Italia, 1983) e “Vacanze di Natale” (Italia, 1983)».

Dei Gatti ricordo molto bene un pezzo, “Verona Beat” (1979)...

«Beh, è una canzone in cui chi ha vissuto gli anni Sessanta, nei versi, nelle strofe, inevitabilmente si ritrova. Chi ancora non c'era, invece, ha sicuramente modo di scoprirli, e capisce che sono stati degli anni formidabili…».

Veniamo al cinema: quali sono i film a cui sei più legato?

«Sicuramente “Vacanze di Natale”, perché Billo, il personaggio che ho interpretato nella pellicola, come sai, mi è rimasto un po’ appiccicato addosso… Tant’è vero che vado ancora in giro a cantare come faceva lui… Ma il mio film preferito è “Un ragazzo e una ragazza” (Italia, 1984) di Marco Risi, con Marina Suma: una pellicola, questa, secondo me, costruita con tutti i crismi della vera commedia italiana… Inoltre, un altro personaggio che mi ha dato molta soddisfazione, e che ha stupito la critica, è Parola, il ragazzo muto del film di Francesco Massaro, con Lino Banfi, “Al bar dello sport” (Italia, 1983)».

Hai ancora la tazza punk - con la tavoletta collegata al juke-box - di “Vado a vivere da solo”?

(Ride) «No, non ce l’ho più...

In tempi recenti tu, Franco Oppini, Umberto Smaila e Ninì Salerno avete “riportato in vita” i Gatti di Vicolo Miracoli, per la realizzazione di un film, “Odissea nell’ospizio”, di cui sei anche regista…

«Il film è pronto, ma non è ancora uscito a causa di una serie di questioni burocratiche tra i due produttori. Dovrebbe comunque arrivare nelle sale entro l’estate».

Prima di concludere, ti va di entrare, in breve, nella trama?

«È una pellicola un po’ autobiografica, ambientata in una casa di riposo per artisti, dove noi quattro ci ritroviamo e, come puoi immaginare, inevitabilmente accadono tante cose...».

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