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LUGANOAspettando Antonacci: «Vi racconto la mia vita di dediche e manie»

14.12.17 - 06:01
Il cantante sarà in concerto lunedì alla Resega. Per l'occasione ci ha svelato come è nato il suo ultimo album e altre curiosità
Aspettando Antonacci: «Vi racconto la mia vita di dediche e manie»
Il cantante sarà in concerto lunedì alla Resega. Per l'occasione ci ha svelato come è nato il suo ultimo album e altre curiosità

LUGANO - Lunedì 18 dicembre Biagio Antonacci sarà in concerto a Lugano. Dopo solo tre giorni dal debutto a Firenze, il tour approderà alla Resega, unica data estera.

Per l’occasione abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il cantante milanese, che ci ha svelato cosa si cela dietro al nuovo album “Dediche e manie”.

Da dove deriva il nome del nuovo album?

«La vita, secondo me, è fatta di “Dediche e manie”. Ogni nostro comportamento, ogni nostro movimento è dedicato a qualcuno o a qualcosa e spesso è originato da un nostro pensiero, un nostro desiderio preponderante che col tempo diventa una mania. La mia mania è sempre stata la musica, alla quale ho dedicato gran parte della mia vita».

In questo nuovo album si intravvedono un po’ dei tratti di alcuni tuoi album precedenti. Mi sbaglio?

«Ogni album è diverso dagli altri; ovviamente in tutti i miei lavori c’è il solito filo conduttore che è legato alla tradizione cantautorale che mi ha formato. Sono cresciuto ascoltando Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Fabrizio De Andrè, Ron, Pino Daniele, Fabio Concato e molti altri grandi artisti tra i più importanti cantautori italiani di tutti i tempi. La mia crescita professionale ed artistica è legata alla mia esperienza di cantautore, ma anche di autore. Difatti nell’arco degli anni ho scritto anche per altri artisti, perché riuscire a comporre per altre voci è una grande esperienza che ti permette di arrivare anche ad un pubblico differente. Credo che arrivare alla gente con le proprie parole sia un grande dono ed é questo un altro filo conduttore di tutti i miei album, una forte empatia con il mio pubblico».

La vita di un artista si misura anche in album. Come sei cambiato, se sei cambiato, in 14 album? Com’era il Biagio giovane rispetto a quello di oggi?

«Ovviamente nei miei primi lavori vi era una maggiore ingenuità, legata ad una inesperienza che col tempo svanisce e lascia spazio ad una maggiore consapevolezza, che comunque non ha mai offuscato il mio entusiasmo. Quando esco con un mio nuovo album per me è sempre una sfida, non do mai nulla per scontato; in questo non sono mai cambiato».

Tutte le tue canzoni del nuovo album parlano di emozioni. Come sono nati i brani di questo album?

«Le canzoni arrivano senza cercarle; l’ispirazione non è una formula matematica e non ha regole. Nasce tutto in maniera istintiva, così come è istintivo il modo in cui le propongo al mio pubblico dal vivo. In tutta la mia carriera non mi sono mai seduto ad un tavolo dicendo:”ora scrivo una canzone”. Avviene tutto in uno stato di grazia».

Cosa ne pensi dei talent musicali? Li segui?

«La musica è evoluzione, come è evoluzione il modo di fruirne; i talent oggi sono uno dei mezzi che permettono a nuovi artisti di dimostrare ciò che sono e ciò che sanno fare. Io credo che sia giusto dare spazio ai giovani e se i talent permettono questo ben vengano».

C’è qualche artista con cui ti piacerebbe collaborare in futuro?

«Certamente, sono molti gli artisti che ammiro e con i quali vorrei lavorare; nel mio ultimo album ho duettato con due artisti talentuosi: Mario Incudine un bravissimo cantautore siciliano e Laïoung un giovane esponente della musica rap. Sono felice ed orgoglioso di avere collaborato con entrambi, perché la ricerca di nuovi linguaggi e di modi differenti di fare musica rappresenta per me un grandissimo stimolo».

Il 18 dicembre sarai a Lugano. Che concerto dobbiamo aspettarci?

«Come sempre al centro di tutto ci sarà la musica, la cosa che più conta. Durante i miei spettacoli amo mettermi al servizio del mio pubblico, cantare per loro e cantare insieme a loro. Tutto ruota intorno alle canzoni perché è ciò che vuole da me chi mi viene ad ascoltare. Scenografie, luci ed effetti, per quanto importanti, devono essere sempre una bellissima cornice rispetto a ciò che conta veramente; cantare insieme, emozionarsi insieme. Per me ogni mio concerto è uno scambio di energia con il mio pubblico».

Che rapporto hai con la Svizzera?

«In Svizzera ho passato bellissime serate quando da ragazzo soggiornavo in estate in un piccolo paesino che si chiama Grantola, in provincia di Varese, vicino al lago Maggiore».

Per i biglietti del concerto clicca qui

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