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Mario Venuti: «Cos'è oggi uno scandalo? La normalità»

CANTONEMario Venuti: «Cos'è oggi uno scandalo? La normalità»

15.11.17 - 06:01
Sabato 9 dicembre (ore 20.30) al Fevi di Locarno Mario Venuti sarà il grande protagonista del 9. Concerto per l’infanzia
FOTO TIO.CH/20 MINUTI/DAVIDE GIORDANO
Mario Venuti, 54 anni.
Mario Venuti, 54 anni.
Mario Venuti: «Cos'è oggi uno scandalo? La normalità»
Sabato 9 dicembre (ore 20.30) al Fevi di Locarno Mario Venuti sarà il grande protagonista del 9. Concerto per l’infanzia

LUGANO – Un evento benefico attesissimo, fin dalla sua prima edizione del 2009. Vista la caratura degli artisti che vi partecipano – basti ricordare, nelle precedenti edizioni, tra gli altri, Bennato, De Gregori, Battiato e Ruggeri -, così come per lo scopo dell’iniziativa: l’utile del concerto viene infatti devoluto a diverse associazioni ticinesi impegnate in favore dell'infanzia, ossia AFDM (Associazione famiglie diurne del Mendrisiotto), Pro Juventute Svizzera italiana, ATFA (Associazione Ticinese Famiglie Affidatarie) e APG (Associazione Progetto genitori).

Pochi giorni fa è venuto a trovarci in redazione colui che – reduce dalla realizzazione del suo ultimo album, “Motore di vita” (Puntoeacapo, 7 aprile 2017) - tra meno di un mese salirà su quel palco, portandoci per mano dentro le sue canzoni: l’ex Denovo Mario Venuti.

Mario, “Motore di vita”: da questo titolo presumo tu abbia scoperto o riscoperto qualcosa…

«Questo disco testimonia proprio un ritrovato gusto per degli elementi terreni, corporei, sensuali. Elementi che ho voluto mettere in evidenza in alcune canzoni. C’è un verso – abbastanza illuminante, direi – in “Caduto dalle stelle”, il primo singolo estratto dall’album: «E pensare che il corpo guida l’anima». Un verso in cui viene messo in prima linea il corpo come mezzo che abbiamo a disposizione per elevarci e gustare le delizie terrene. Se abbiamo l’anima, d’altra parte, non ne siamo del tutto sicuri: nessuno lo ha provato… Un altro esempio potrebbe essere il brano che apre il disco, “Conservare in luogo fresco”: qui c’è l’elemento sensoriale del gusto, così come l’avvertenza che solitamente si trova sui prodotti. Un’avvertenza che, trasportata in una canzone, diventa un po’ un invito a preservare gli ingredienti importanti dell’amore, delle relazioni…».

Rispetto agli anni Ottanta, quando tu hai iniziato, oggi l’amore si canta in modo diverso?

«All’inizio cantavo un altro tipo di amore, forse anche più idealizzato. L’esperienza mi ha insegnato a capire meglio la meccanica del cuore, e mi è sembrato più onesto mostrare anche alcuni suoi lati oscuri. Ad esempio “Crudele” (contenuta in “Grandi imprese – Sanremo Edition”, Musica&Suoni, 2004, ndr) è una canzone che narra un amore un po’ malato, un po’ masochista. Oppure “Magneti” (title-track dell’album datato 2006) è una bella metafora per raccontare di due persone che si attraggono. Che poi, col tempo, però, possono anche un po’ smagnetizzarsi… Quindi, capisci che nelle mie canzoni dell’amore ho raccontato il bello, ma anche le inevitabili controindicazioni…».

Come ha incominciato a prendere forma la serie di brani del nuovo album?

«Il primo è stato proprio “Motore di vita”, che inizialmente, però, aveva un testo differente. Poi, sempre con la complicità di Francesco Bianconi (Baustelle) e di Kaballà, è diventato una favola metropolitana. Una favola metropolitana un po’ poetica, che narra di questo ragazzo come tanti, ma che all’improvviso sfodera i superpoteri… Stranamente, poi, scrivendo, questo titolo, “Motore di vita”, sembrava essere il passepartout per tutti gli altri brani… In qualche modo, diciamo, che è stato premonitore…».

“Non è peccato” è un pezzo che nel 2005 hai dato a Syria: perché l’hai ripreso proprio ora?

«È una canzone che si interroga su quello che prima era moralmente inaccettabile e dopo, col tempo, viene sdoganato. È un po’ l’evoluzione della specie. Nel 2005 l’avevo data a Syria perché in quel periodo, forse, non ero discograficamente molto attivo, e ora, secondo me, è arrivato il momento di riproporla. D’altra parte, anche l’idea di riprendere le canzoni che ho dato ad altri artisti è sempre stata lì in agguato…».

Quindi, questo potrebbe essere il tuo prossimo progetto discografico?

«Diciamo che si potrebbe anche fare un disco di mie canzoni, conosciute attraverso le versioni di altri interpreti…».

Ritornando su “Non è peccato”, oggi, secondo te, cos’è la trasgressione, cos’è uno scandalo?

«Uno scandalo è la normalità…».

Cosa hai ascoltato durante il concepimento del disco?

«L’ascolto della musica che si fa oggi è frammentario, e questo vale anche per me. La musica liquida ti porta a saltare da un album all’altro. Ascoltare un disco a livello integrale, come si faceva una volta, è una cosa che non faccio più… In pratica, anch’io sono stato investito da questa onda di disaffezione su un’opera, per cui, per “Motore di vita”, ci sono stati dei modelli un po’ occasionali… L’idea di questo album era comunque di proporre un sound un po’ più elettronico, fatto con quell’electro-pop che oggi va un po’ più per la maggiore… Non si tratta comunque di seguire le mode, ma di sentirsi figli del proprio tempo…».

Nel 2014 in “Kamikaze Bohemien” sono stati pubblicati nastri dei Denovo che sembravano perduti: vuoi raccontarmi esattamente cosa è accaduto?
 
«Quell’anno si festeggiavano i trent’anni dall’esordio discografico dei Denovo, che avvenne nel 1984 con il mini-lp “Niente insetti su Wilma” (Suono Records): il nostro manager, Francesco Fracassi, ha ritrovato – miracolosamente, direi –, nella cantina della madre a Venezia, una valigia che conteneva i nastri di quello che doveva essere il nostro primo album. Un album che, come sai, uscì solo in parte sul mini-lp, che allora si chiamavano Qdisc, di cui ti parlavo poco fa. Tutte canzoni, quindi, del nostro primissimo periodo, e molto vicine a gruppi come XTC e Talking Heads…».

Quali i tuoi cinque album preferiti di sempre?

«“Poses” (Dreamworks, 2001) di Rufus Wainwright, “Livro” (Mercury, 1997) di Caetano Veloso, “Sign “O” The Times” (Paisley Park, 1987) di Prince, “Remain In Light” (Sire, 1980) dei Talking Heads, “Drums and Wires” (Virgin, 1979) degli Xtc».

Cosa vuoi anticipare a coloro che assisteranno al “Concerto per l’infanzia” il 9 dicembre a Locarno?

«A Locarno porteremo lo show rodato nel corso dell’estate che ha seguito l’uscita del disco. Nella setlist sei-sette canzoni del nuovo album, i miei successi, così come alcune chicche che non cantavo da un po’ di tempo...».

Prevendita: biglietteria.ch

20 biglietti in palio

I primi 20 lettori di tio.ch e 20 minuti che prendono contatto con il numero 079 444 27 94 si aggiudicano un biglietto a testa per il concerto di Mario Venuti, in programma al Fevi di Locarno sabato 9 dicembre.

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