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CANTONECastellinaria tra passato, presente e futuro

06.11.17 - 15:39
Presentato stamane il programma della 30esima edizione della rassegna cinematografica, in programma a Bellinzona (Espocentro e Cinema Forum) dal 18 al 25 novembre
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Castellinaria tra passato, presente e futuro
Presentato stamane il programma della 30esima edizione della rassegna cinematografica, in programma a Bellinzona (Espocentro e Cinema Forum) dal 18 al 25 novembre

BELLINZONA – Grazie a Castellinaria, tra pochi giorni Bellinzona tornerà a trasformarsi nella capitale del cinema. Del cinema giovane, con giurie, come ben sappiamo, composte da ragazzi dai 15 anni in su. E per celebrare l’importante anniversario, si è pensato «di fare qualcosa a livello di immagine», spiega ai media Gino Buscaglia, il presidente del festival. Tant’è vero, che già a partire da questa sera, sulla base di un’idea di Paolo Battaglia, sulla torre di Castelgrande sarà proiettata un’installazione luminosa. Inoltre, sempre nell’ambito del 30esimo, «coloro che quest’anno hanno già compiuto o devono ancora compiere trent’anni – continua Buscaglia – hanno diritto a 3 franchi di sconto sul prezzo del biglietto d’entrata».

Articolata in tre sezioni – Concorso 6-15, Concorso 16-20 e Castellincorto -, l’edizione 2017 sarà segnata anche dal graditissimo ritorno di Unicef Svizzera, che torna ad assicurare il proprio patronato alla manifestazione. E lo farà anche attraverso un premio destinato alla pellicola «che meglio rappresenta i diritti dei bambini».

Padrino della 30esima edizione sarà invece il regista e attore italiano Maurizio Nichetti, che sabato 18 novembre presenterà il suo libro “Autobiografia involontaria”. Nichetti che,  per primo in Italia, nel 1991, «con “Volere volare” creò un film in cui animazione e personaggi reali coabitavano e interagivano», sottolinea il direttore artistico di Castellinaria Giancarlo Zappoli.

Oltre alla proiezione di numerose pellicole fuori concorso, sono svariate, come sempre, le iniziative che andranno ad arricchire la manifestazione, tra le quali figura la piccola rassegna “Così vicini, così lontani” - sviluppata sulla base di un progetto che si occupa di integrare i richiedenti l’asilo -, così come una mostra (con opere, tra gli altri, di Claude Barras e Bruno Bozzetto), atelier e masterclass dedicati al cinema di animazione. Da segnalare, inoltre, un'altra esposizione, “Lahza 2”, che raccoglie una serie di fotografie scattate in Libano dai bambini che abitano un campo di rifugiati siriani.

Zappoli, un’edizione, questa, come lei stesso ha precisato poco fa, che guarda a passato, presente e futuro. Vuole approfondire?

Guardo il passato di Castellinaria come un'utopia realizzata. Un’utopia che però ogni anno deve rinascere. E qui arriviamo al presente, dato dal numero di spettatori: nel 2016, ad esempio, sono state registrate circa 13mila presenze, che non sono poche. Il futuro, invece, è legato a chi torna alla manifestazione con dei dei nuovi progetti, così come da chi, inevitabilmente, continua a darci fiducia.

Quali i cinque film imperdibili di questa edizione?

“Gatta cenerentola” (in programma il 18 novembre) di Alessandro Rak, un film d'animazione con lo spirito delle vecchie fiabe, ma realizzato pensando a una Napoli contemporanea, camorristica. Poi, citerei, “La Mélodie” (18 novembre) di Rachid Hami, che narra di quei bambini con un grosso talento musicale, ma che non hanno i mezzi per poterlo sviluppare. Dopodiché, mercoledì 22 novembre, è in programma una serata evento, durante la quale avremo modo di assistere alla prima internazionale di “Caro Lucio ti scrivo”, una pellicola realizzata in omaggio a Dalla da Riccardo Marchesini. Prima e dopo la proiezione si esibirà Lino & La Settima Luna, una cover band in cui troveremo il produttore Gianni Salvioni, che per anni ha lavorato anche accanto al cantatore bolognese. Inoltre, segnalerei “Cuori puri” (20 novembre) di Roberto De Paolis, un film che osserva da dentro situazioni di disagio, così come “Libere, disobbedienti, innamorate” (23 novembre), girato a Tel Aviv da una regista di origini palestinesi, Maysaloun Hamoud, la quale riesce a liberarsi da tutti quegli stereotipi normalmente attribuiti in quel contesto a personaggi femminili.

 

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