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CANTONENino D'Angelo sul palco a Lugano in versione 6.0

30.10.17 - 06:01
In attesa di vederlo esibirsi il prossimo 9 febbraio al Palazzo dei Congressi di Lugano, in questi giorni abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Nino D’Angelo
Nino D'Angelo sul palco a Lugano in versione 6.0
In attesa di vederlo esibirsi il prossimo 9 febbraio al Palazzo dei Congressi di Lugano, in questi giorni abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Nino D’Angelo

LUGANO - Per festeggiare al meglio i suoi 60 anni - che ha compiuto il 21 giugno scorso -, Nino ha scelto di imbarcarsi in tour. Un “giro” che, partendo dalla sua Napoli, lo ha già portato in tutta Italia - registrando sold out praticamente ovunque - e che nei prossimi mesi lo “catapulterà” in Svizzera - a Zurigo e a Lugano - e in altre numerose città europee.

Nino, una data a Lugano e tre a Zurigo, di cui due già sold out: un ottimo rapporto, da quanto mi sembra di capire, il tuo con la Svizzera…

«La Svizzera mi ha sempre riservato un’accoglienza straordinaria. Ho dei ricordi bellissimi, fatti di tanta simpatia e affetto».

Hai chiamato il tour “6.0”...

«L’ho fatto per giocare un po’ sull’età...».

Te li senti 60 anni?

«Beh, i 60 si sentono più dei 50. Dentro, però, sono ancora un ragazzetto...».

“6.0” è una definizione, diciamo così, “digitale”... Che rapporto hai con le “nuove tecnologie”?

«Uso internet e curo i miei social, un po’ come tutti, credo...».

La tua pagina Facebook sfiora il milione di follower… Chissà quanti messaggi...

«Onestamente, non li leggo proprio tutti... Ma talvolta, quando ho tempo, rispondo anche…».

Torniamo un po’ indietro: cosa ascoltavi da bambino, da ragazzo?

«Canzoni napoletane, Mario Merola, in particolare… A differenza dei miei amici che ascoltavano i Beatles...».

Li hai scoperti un po’ più tardi, quindi?

«Sì, certo… Qualche anno dopo ho inciso anche la mia versione di “Let It Be” (“Gesù Crì”, ndr)...».

Poco fa hai citato Mario Merola: so che con lui, nel 1982, hai recitato in due film: “Tradimento” e “Giuramento”. Che tipo era?

«Era un uomo buono, simpatico e molto autoironico…».

Cosa vuoi dirmi di “‘’Nu jeans e ‘na maglietta” (1982)?

«È la canzone che ha cambiato la mia vita…».

Se con la musica non fosse andata bene, qual era il tuo piano B?

«Avrei fatto il commerciante di scarpe con mio zio…».

Nel 1997 hai vinto numerosi premi - tra cui il David di Donatello e il Nastro d’Argento - per la colonna sonora del film “Tano da morire” diretto da Roberta Torre…

«È stato un momento molto felice della mia carriera, forse il più bello, perché riuscii a farmi apprezzare anche dagli snob e dai critici che mi avevano sempre sottovalutato per la musica leggera che facevo...».

So che nelle prossime settimane verrà dato alle stampe “Nino D’Angelo 6.0”: cosa vuoi dirmi al riguardo?

«Sarà un disco triplo, con due cd e un dvd. Un cd raccoglierà una serie di inediti, l’altro i miei più grandi insuccessi, ossia canzoni che al momento della pubblicazione non sono state capite: ci sarà ad esempio, “‘O pate”, che oggi  - a differenza di quando fu pubblicata nel 2003 - tutti cercano. Il dvd, invece, conterrà il concerto che ho tenuto allo Stadio San Paolo di Napoli lo scorso 24 giugno, tre giorni dopo il mio compleanno...».

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