In arrivo questa sera al Foce di Lugano (ore 21) The Selecter, gruppo storico della scena ska britannica di fine anni Settanta
LUGANO - In compagnia di realtà come Madness, Specials e Bad Manners, in quegli anni, fecondi e prolifici, il combo - guidato dai paladini del 2 tone ska Pauline Black e Arthur “Gaps” Hendrickson - portò l’intero Regno, così come il resto d’Europa e del mondo, a riflettere e a danzare, catapultandosi, nel contempo, in vetta alle classifiche con brani come “Too Much Pressure” e “Three Minute Hero”. Nel corso dei decenni la band si è fermata più volte, ma Pauline e Gaps non hanno mai gettato la spugna, ripartendo, in ogni occasione, con un nuovo entusiasmo...
Pauline, come ricordi i primi passi della band?
«Quando guardo i filmati del 1979 mi sorprendo dell’energia e della verve delle nostre performance. In particolare nei momenti in cui ci si prodigava nel “mock fight” durante le esecuzioni di “Too Much Pressure”: come sai, sul palco si fingeva di combattere, con l’intento di mostrare al pubblico che la violenza non porta a nulla, e tantomeno è in grado di risolvere i problemi culturali e razziali. Purtroppo, non proprio tutti percepivano il nostro messaggio e c’era chi ne approfittava per sferrare calci e pugni, dando il via a risse e tafferugli. Noi, ovviamente, cercavamo di smorzare gli animi, ma diventava più difficile nei momenti in cui ci trovavamo a fronteggiare skinhead indisciplinati e irriverenti. Fortunatamente, tutto questo appartiene al passato…».
La scena musicale era assai prolifica...
«Ci riconosciamo nel “patrimonio” di quel periodo, ma guardiamo avanti… Possiamo farlo, e questo lo dobbiamo ai nostri fan… L’intento del 2 tone ska era, ed è tuttora, quello di lottare contro il razzismo e il sessismo, due mali che, purtroppo, esistono ancora. Il mondo è ancora un campo da gioco tortuoso, basti pensare anche ai poveri del pianeta che vengono abbandonati a sé stessi dal sistema politico internazionale… Noi continueremo a combattere contro tutto questo, e continueremo a farlo in prima linea...».
Il vostro secondo disco, “Celebrate The Bullet” (Chrysalis, 1981) - uscito esattamente un anno dopo l’album di esordio “Too Much Pressure” (2 Tone Records, 1980) -, creò qualche incomprensione…
«È uno dei miei dischi preferiti, malgrado al momento dell’uscita abbia generato più di un malinteso… La canzone che dà il titolo all’album è ironica ed è indirizzata a coloro che per risolvere i problemi del mondo prediligono fucili e pallottole, invece di parole e diplomazia…».
Cosa ascoltavate all’epoca?
«Il nostro raggio d’azione era piuttosto ampio...».
Quali motivi si celano dietro al primo scioglimento della band, avvenuto nel 1982?
«Alcuni comportamenti inadatti...».
Il 6 ottobre sarà pubblicato “Daylight” (DMF Records), il vostro nuovo album...
«Dal 1979 a oggi abbiamo pubblicato dodici dischi. Questo è il tredicesimo. Come ti dicevo, noi continuiamo a combattere contro i mali del mondo. Anche con “Daylight”, da cui trasuda speranza. Speranza per un futuro migliore».
Cosa vuoi anticipare a coloro che assisteranno al concerto in programma questa sera?
«Nella setlist non mancheranno i pezzi più significativi di “Too Much Pressure”, “Celebrate The Bullet” e “Subculture” (DMF Records, 2015). Nel contempo, presenteremo in anteprima quattro tracce del nuovo disco, compreso il singolo “Frontline”, pubblicato lo scorso mese di luglio. Il pubblico assisterà a uno show che mira a solleticare le cellule del cervello e le suole delle scarpe…».
Info: theselecter.net
Prevendita: biglietteria.ch