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SVIZZERADopo classica e jazz, per Santilli è tempo di pop

28.08.17 - 06:01
Impegnato prevalentemente tra classica e jazz, nelle scorse settimane il clarinettista Marco Santilli ha pubblicato “Troppo convinta”, singolo che anticipa "Tempi passati", il suo primo album pop
Dopo classica e jazz, per Santilli è tempo di pop
Impegnato prevalentemente tra classica e jazz, nelle scorse settimane il clarinettista Marco Santilli ha pubblicato “Troppo convinta”, singolo che anticipa "Tempi passati", il suo primo album pop

ZURIGO – Siamo abituati a vedere Santilli in altri contesti, ma ora è arrivato il momento di un album di dodici tracce – in uscita a fine settembre - che il musicista ticinese (di base da qualche tempo a Zurigo) ha messo a punto affidandosi al produttore Urs Wiesendanger.

Marco, perché la scelta di sperimentare ambientazioni pop?

«Volevo dare sfogo a questa mia “vena”. Rispetto alle attività che mantengo “acustiche”, qui mi addentro in sonorità più elettriche e rockeggianti. Sentivo il bisogno di una overdose di chitarre e di effetti elettronici. Questi ultimi, però, mai dominanti, solo come “colore”».

Un progetto per cui hai messo da parte per qualche istante il clarinetto, focalizzandoti sul canto… Cosa vuoi dirmi al riguardo?

«Le mie due “identità” convivono e si influenzano. Compongo al clarinetto, oltre che al piano e alla chitarra. Quando canto alcune frasi, penso a come le suonerei. Viceversa, quando suono mi ispiro al canto. Nel pop, in ogni caso, mi definisco “compositore cantante”, cantante come participio presente, ossia “che canta”. In quanto la voce è al servizio della musica, e non viceversa, come spesso si sente».

In realtà, avevi già pubblicato tre singoli – “Non so cantar”, “La colpa è tua” e “Scantinati scandinavi” – qualche anno fa: ritroveremo queste canzoni all’interno del disco?

«Le ritroveremo rimasterizzate, “rinfrescate” nel suono. “Scantinati scandinavi”, rispetto alla prima versione, è stata arricchita di nuove chitarre e dall’apporto di John JR Robinson, che nell’album si alterna al mio produttore Urs Wiesendanger alla batteria. Tra i numerosi altri, Robinson ha suonato anche per Michael Jackson, Frank Sinatra e Barbra Streisand».

Perché il titolo “Tempi passati”?

«“Tempi passati” ci riporta all’empatia con chi non è più presente in questa vita terrena, che può essere più forte di quella con coloro con cui abbiamo a che fare quotidianamente. Persone fondamentali del cui apporto godiamo ancora oggi».

Vuoi “analizzare”, in termini generali, i testi che troveremo nell’album? 
 
«Ogni brano ha una differente tematica, anche se il “tempo” fa spesso da filo conduttore. “Troppo convinta” è sull’incapacità (di molti) di sapere ascoltare, “Uno specchio” è su come in questa epoca sia proibito dimostrare le proprie incertezze, “Acta est fabula” è un quadro divertito sui malintesi nelle coppie, mentre “Swell” è semplicemente… delirante!».

Per quanto riguarda l’indirizzo pop del disco, vuoi citare qualcuno che più di altri ha influenzato la composizione delle musiche?

«I nomi sarebbero centinaia… Di sicuro l’influenza proviene dai miei altri vissuti, come le armonie che, grazie al jazz, non sono sempre prevedibili, mentre alcuni arrangiamenti si rifanno all’esperienza orchestrale...».

Cosa vuoi dirmi delle registrazioni?

«Si sono svolte ai Powerplay Studios di Maur (ZH), dove sono passati, tra gli altri, Prince, Lady Gaga, gli Europe e Giorgio Moroder...».

Quando presenterai l’album in dimensione live qui in Ticino?

«Sono in contatto con un paio di organizzatori, intanto si sta concretizzando qualcosa nel resto della Svizzera...».

 

 

 

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