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CANTONESunday Funday Music Village: a Lugano come in California

07.07.17 - 11:00
In programma nell’ambito di LongLake domenica 9 luglio - dalle 16 alle 23 - al Parco Ciani di Lugano, la prima edizione di Sunday Funday Music Village
Sunday Funday Music Village: a Lugano come in California
In programma nell’ambito di LongLake domenica 9 luglio - dalle 16 alle 23 - al Parco Ciani di Lugano, la prima edizione di Sunday Funday Music Village

LUGANO - La rassegna, nata da un’idea del regista e compositore ticinese Mirko Aretini, porterà sul palco un’ottima selezione di musicisti, appartenenti alla scena locale - sempre più in vista anche oltre i confini cantonali e nazionali -, così come realtà indipendenti della vicina penisola.

Oltre ai ticinesi Nic Gyalson, The Lonesome Southern Comfort Company, Gino Agostini, Lebowski Drunk e BeerBreak, vedremo esibirsi anche Pierpaolo Capovilla (Teatro degli Orrori) - impegnato nel repertorio di One Dimensional Man - e il songwriter Simone Zampieri con il progetto The Leading Guy.

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Mirko, artefice di quello che possiamo definire un “one-day-festival”.

Mirko, spiegami come ha preso forma il progetto...

«Mi intrigava l'idea di sfruttare una domenica, che da noi è considerata il giorno del riposo, in un modo un pò più dinamico e alternativo. "Sunday funday" è una cosa molto californiana - tradotto sarebbe "divertimenica" -; questo termine da loro è identificato come "una domenica epica". Dunque proviamoci anche qui, no? Sono convinto che il pubblico sia molto curioso e interessato, indipendentemente dal giorno e dall'ora, basta proporre le cose giuste. Per questo abbiamo deciso di rendere l'ingresso gratuito dalle 16 alle 19 (per chi arriva dopo il prezzo d'entrata è di 10 franchi), perché, prima di tutto, deve essere una giornata speciale di festa e armonia per tutti».

Come è avvenuta la selezione degli artisti?

«È una prima edizione e tutto è nato in modo molto libero e spontaneo. La città di Lugano ha subito ben accolto il progetto, rendendosi disponibile a concedere lo spazio. Questa è una bella cosa, ma non ci sono soldi e grandi sponsor alle spalle: in questi termini, però, va fatto a un doveroso ringraziamento a tutti gli amici presenti sulle locandine dell'evento, poiché ha potuto prendere forma grazie alla visione solidale e collaborativa di tutti».

Un occhio particolare anche alla realtà musicale ticinese, che col tempo fiorisce e si fa sempre più interessante…

«La realtà musicale locale è davvero energica e piena di talenti da valorizzare e far conoscere. Il bello della musica, così come dell'arte in generale, è che offre la possibilità di andare oltre l'orizzonte anche senza muoversi dai propri confini: non importa chi sei e da dove vieni, conta solo quello che sai fare. Per me ogni espressione artistica, indipendentemente dal contesto, ha il dovere di andare "oltre" e liberarsi da qualsiasi limite e preconcetto. Se sei vero e viene da dentro, allora in qualche modo potrà funzionare, anche se è ovviamente un percorso e non sempre o dappertutto la meritocrazia è un valore così prioritario. Tutti i nomi e le band coinvolte incarnano perfettamente questo spirito».

Sei un regista, ma anche un compositore… Cosa significa per te la musica?

«La musica è fondamentale. Scandisce il ritmo delle nostre vite, cristallizza i ricordi, stimola la mente e la sensibilità interiore di ognuno di noi. Fa ballare, piangere, sorridere, pensare. È pura vita. Personalmente compongo buona parte delle musiche dei miei docu-film e lavori filmici, ma non è un caso che fin dai miei primi lavori ho cercato collaborazioni per me molto significative e importanti anche con grandi musicisti. Il mio primo docu-film "Iceartland" (2014), ambientato in Islanda, conta la collaborazione dei Sigùr Ròs. Così come in "Poetico respiro" (2015), presentato al Festival di Venezia, tra gli altri, troviamo Philip Glass, Patti Smith, Vinicio Capossela e lo stesso Pierpaolo Capovilla (presente al Sunday Funday Music Village). Per me incontrare questi personaggi, riuscire perfino a collaborare con qualcuno, è un modo di tributare il mio massimo rispetto artistico e il grande amore per la musica».

Questa prima edizione di Sunday Funday Music Village, in qualche modo, verrà documentata? O meglio, da regista prevedi la realizzazione di un documentario?

«Sicuramente qualcosa verrà documentato, è più forte di me, ma parlerei più di backstage... Più che altro, nonostante l'idea di festa, per me sarà anche una giornata molto impegnativa, con molteplici aspetti di cui occuparmi. Inoltre, se le cose andassero bene, ci sono grandi idee per future edizioni e progetti. L'idea è che Sunday Funday possa diventare un appuntamento annuale fisso».

Prevendita: biglietteria.ch

 

 

 

 

 

 

 

 


 

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