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LUGANOClaudia Koll e il suo cammino di fede: «Amando gli altri si riceve amore da Dio»

04.07.17 - 11:00
Questo pomeriggio l'attrice sarà al Boschetto Ciani per raccontare al pubblico del Wor(l)ds Festival il suo cammino verso una maggiore consapevolezza di sé
Le Opere del Padre
Claudia Koll e il suo cammino di fede: «Amando gli altri si riceve amore da Dio»
Questo pomeriggio l'attrice sarà al Boschetto Ciani per raccontare al pubblico del Wor(l)ds Festival il suo cammino verso una maggiore consapevolezza di sé

LUGANO - Questo pomeriggio alle 18.30, nell'ambito di Wor(l)ds Festival, Claudia Koll parlerà del suo cammino verso una maggiore consapevolezza di sé, che l'ha portata a donarsi agli altri, mettendo la carriera artistica su un piano differente rispetto a prima.

Il momento di svolta nella sua vita risale al 2000. «Ero al massimo del successo» spiega nel corso di una conversazione telefonica «ma ero anche in un periodo buio, spiritualmente parlando. Un'amica americana, che era la mia coach in un film che stavo preparando, mi ha chiesto di accompagnarla per varcare la Porta Santa di San Pietro». Qui accade qualcosa: «Fu un varco, un vero e proprio passaggio. Sul momento non lo compresi, ma era accaduto qualcosa di veramente profondo». Le conseguenze di quel mutamento, che non si era ancora manifestato a fondo ma che era già percepibile, Koll le vide sul set. «Ho cominciato a sentire una fatica nel vivere le scene. Era un film con varie scene d'azione e impegnativo anche dal punto di vista emozionale. Quel giorno, era il secondo ciak, faticai a portare a termine il lavoro». Fu la sua amica, colei che aveva accompagnato a San Pietro, a sgridarla: «"Se non c'è verità nella tua vita, come ci può essere nel tuo mestiere" mi disse. In quel momento capii che dovevo rimettere in discussione le scelte fondamentali della mia esistenza. Per potermi guarire Dio ha dovuto mostrarmi i miei limiti».

Da quel momento Claudia Koll ha intrapreso un percorso che l'ha portata a «vivere in prima persona la vita, a compiere un'esistenza in pienezza». È stato un cammino arduo, nel quale «ho dovuto imparare a non nascondermi dietro i personaggi, e ci sono stati anche dei momenti difficili. È stato un combattimento spirituale, nel quale ho affrontato anche il male». Nel 2005 fonda "Le Opere del Padre", una Onlus che si occupa di offrire sostegno alle fasce più deboli della popolazione, con un occhio particolarmente attento all'Africa. Si è trattato di un cammino progressivo, punteggiato da piccoli episodi, come il far passare una persona che trasportava delle buste voluminose in una strada stretta. «Ero un po' giù e quel gesto ha fatto sparire le nuvole nella mia testa. Quando sono tornata a casa mi sono interrogata su cosa significasse».

La sua risposta è stata l'impegno verso gli altri, «vivere senza aver paura dell'altro, indipendentemente se lo merita oppure no». Per lei «l'amore e la bontà attirano, e la bellezza è intrecciata con la verità. L'aver trovato la fede, per lei che era credente ma non particolarmente praticante, è stata una rivoluzione: «Il Signore mi stava facendo rinascere, vivevo una vita più piena. L'ho testimoniato anche all'estero, nei pellegrinaggi ma anche in luoghi completamente laici come aziende, carceri o nelle scuole». Per parafrasare un passo dei Vangeli, quello del figliol prodigo: "Eri morta e sei tornata in vita".

Una religiosità, quella di Claudia Koll, che si percepisce con chiarezza in ogni sua frase, nelle parole che non vengono buttate là tanto per comporre un pensiero, ma che si snodano in un discorso con un chiaro fine: una testimonianza di quello che ritiene l'intervento di Dio nella sua (nuova) vita. Lei ora agisce come una sorta di "missionaria", ma quello dell'attrice, però, non è un capitolo chiuso definitivamente. «Questo mestiere lo amo profondamente, ma il tempo che posso concedergli, visto quello dedicato all'impegno e al sostegno di quanto è stato messo in piedi. Ma non ho mai smesso definitivamente di fare l'attrice». Non è però disposta ad accettare qualsiasi ruolo, e a tal proposto racconta un episodio piuttosto recente: «Sono stata contattata per una fiction, e mentre mi trovavo in Africa ho chiesto che mi inviassero i copioni delle puntate. Ero disposta ad accettare, nonostante il personaggio che mi era stato proposto fosse piuttosto "normale", ma era sempre accanto al protagonista. Quando sono andata a fare i provini e le prove di trucco ho chiesto di spiegarmi chi dovevo interpretare, dato che il file con la descrizione non si apriva. Così ho scoperto che sarei dovuta essere l'assassina della serie. Per quattro puntate sarei stata "sottotono" per poi rivelarmi nelle due conclusive. Sarei dovuta essere la preside di una scuola, che uccide per vendetta alcuni studenti rimasti chiusi dentro a un locale dove erano andati a sballarsi. Li uccide con il fuoco perché loro avevano provocato la morte della figlia. La sua battuta conclusiva era: "Non importa che ho rovinato la mia vita, importa che ho rovinato la loro"». Dopo questo chiarimento Koll ha deciso di non accettare la parte: «Non me la sono sentita di proporre questo personaggio, anche perché per farlo in accordo con la mia coscienza avrei dovuto interpretarlo in modo estremamente negativo. Poi credo che il Signore voglia utilizzare il mio volto per dire altro». Un ruolo che avrebbe segnato il suo ritorno in tv dopo anni, e che sarebbe apparso inoltre in contrasto con l'immagine che Claudia Koll ha conquistato in questi anni. C'è un ulteriore episodio legato a questa vicenda: «Un sacerdote con il quale collaboro in Myanmar mi chiamò per chiedermi di accompagnarlo in una scuola, dove doveva ritirare i soldi di una donazione. Gli dissi che avrei accettato solo in caso avessimo potuto parlare della mia testimonianza di fede. La preside accettò, e una volta davanti agli studenti scoprii che in quell'istituto si erano girate le scene della famosa fiction. Io credo che non siano coincidenze, ma qualcosa di più».

Come direttrice artistica della Star Rose Academy, l'accademia di spettacolo fondata a Roma dalle suore Orsoline, Koll insegna ai ragazzi «a entrare in relazione con il pubblico. Conosco le dinamiche del mondo dello spettacolo e le tecniche, ma dico sempre loro che il personaggio deve parlare con il pubblico». Ripensando a quanto le è successo, aggiunge: «Non credo che l'uomo da solo possa cambiare così profondamente senza un aiuto esterno, senza l'aiuto di Dio».

Infine un messaggio per gli sfiduciati: «Devono intensificare la relazione con gli altri facendo il bene. Alla fine il bene ritorna sempre come una benedizione». E uno per i non credenti: «Non fermatevi ai vostri dubbi ma cercate a fondo fino a trovare Dio».

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