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LUGANO Pucci: «Lugano è un paradiso, voglio vivere qui»

04.04.17 - 06:00
Il comico milanese, che farà tappa a Lugano il prossimo weekend con il suo nuovo spettacolo, ci ha svelato che rapporto ha con l’intolleranza quotidiana
Pucci: «Lugano è un paradiso, voglio vivere qui»
Il comico milanese, che farà tappa a Lugano il prossimo weekend con il suo nuovo spettacolo, ci ha svelato che rapporto ha con l’intolleranza quotidiana

LUGANO - Andrea Baccan, in arte Pucci, sarà a Lugano il prossimo fine settimana con il suo nuovo spettacolo comico “In… tolleranza zero”. Per l’occasione ci ha raccontato, tra le altre cose, da dove arriva il suo nome d’arte, il rapporto che ha con la città di Lugano e i pronostici dell’Inter.

Sarai a Lugano l’8 e il 9 aprile con il nuovo spettacolo “In… tolleranza zero”. Che cosa dobbiamo aspettarci?

«È uno spettacolo nuovo, in cui la gente si può immedesimare facilmente negli argomenti che andrò a trattare. È un’occasione per fare un rewind della propria vita e far riaffiorare quegli elementi divertenti capitati a ognuno di noi. A 20 anni si è comprensivi, mentre quando si avanza con l’età ogni occasione può diventare intollerante. Ed è proprio questo quello che racconterò, ovviamente in chiave satirica. Non parleremo di immigrazione né di politica, perché non ho bisogno che la genti si schieri pro o contro le mie idee. Tratterò semplicemente le insofferenze della quotidianità.

Che cosa non tolleri?

La Juventus (ride). Per prendere un esempio dal mio spettacolo non tollero quando esco a cena con la mia donna e mi chiedono: «Salve, siete in due?». No, siamo 38. Ma non vedi che siamo in due?!

La prima data luganese, quella dell’8 aprile, è sold out. Te l’aspettavi?

Il pubblico di Lugano mi ha sempre voluto bene. Speravo che ci sarebbe stato il sold out e così è stato.

Sei già stato a Lugano varie volte per i tuoi spettacoli. Hai mai avuto l’occasione di goderti un po’ la città?

Lugano è il paradiso, si sta bene. Venire a vivere a Lugano non sarebbe male. Vivete in una situazione bellissima, dove ci sono i servizi che funzionano. Ma dovete ridere di più.

In realtà ti chiami Andrea Baccan. Da dove arriva il nome Pucci?

Mi chiamo Pucci da quando vinsi nel 1993 “La sai l’ultima” (programma di barzellette di Mediaset). Interpretavo il milanese “ganasa” con i nomignoli Giagi, Pucci e il Cicetti, e quando entravo in scena Pippo Franco mi annunciava come il Pucci di Milano. Ho deciso di tenerlo e mi ha portato fortuna.

Sei molto attivo su Facebook. Che rapporto hai con i social network?

Si impara. Si possono trovare cose semplici e banali, ma puoi incontrare anche riflessioni profonde. Mi permettono di nutrirmi dell’umanità. Però bisogna stare attenti, perché a volte le intenzioni sono diverse da quello che la gente recepisce.

Come ti sei avvicinato al mondo della comicità?

Sono sempre stato così fin dalla scuola, quando prendevo in giro i professori. Anche all’interno della mia compagnia sono sempre stato al centro dell’attenzione per quello che dicevo. Poi ho dovuto studiare con me stesso per rivolgermi al pubblico.

Vorresti fare uno spettacolo con un altro comico?

Devo essere sincero, no. Stimo alcuni artisti, come Gigi Proietti, al quale non vedo l’ora di potergli stringere la mano (lo incontrerò presto a Roma). Mi capita anche di andare a vedere gli spettacoli dei miei amici e colleghi come Enrico Brignano, Giuseppe Giacobazzi e Angelo Pintus. È nata una specie di squadra, ci confrontiamo, parliamo dello stress che abbiamo nello svolgere questo lavoro, perché siamo sempre in giro. Infatti mia figlia l’altro giorno quando mi ha visto mi ha detto: «So che ti conosco ma non so chi sei» (ride).

Pronostici per l’Inter?

Quest’anno stiamo mettendo le basi per avere la squadra più forte del mondo per l’anno prossimo. Però lo dico tutti gli anni. So che alla Champions League non ci arriveremo, ma sono contento di quello che stiamo facendo perché eravamo partiti veramente male.

Progetti futuri?

Non li dico mai. Sono molto superstizioso.

Sei in tour ormai da molti mesi. Quando andrai in vacanza?

Col mio lavoro si va in vacanza quasi tutti i giorni. Arriverà un momento in cui non mi chiamerà più nessuno, e allora sarò in vacanza per sempre. Purtroppo non riesco a godermi le città quando mi trovo lì per uno spettacolo.

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