Cerca e trova immobili

CANTONEMartha's Laundry al lavoro su nuovo materiale

25.01.17 - 06:00
Il gruppo bellinzonese sta lavorando a quattro nuove canzoni
Foto Mirko Menghetti
Da sinistra Joas Haefliger, Marco Jeitziner, Max Ghitti.
Da sinistra Joas Haefliger, Marco Jeitziner, Max Ghitti.
Martha's Laundry al lavoro su nuovo materiale
Il gruppo bellinzonese sta lavorando a quattro nuove canzoni

BELLINZONA - A poco più di un anno dalla realizzazione del primo album - ammaliante, sotto ogni aspetto -, dal titolo “Hold Your Breath”, il trio di indirizzo new wave/synth pop condiviso da Marco Jeitziner (voce chitarra), Max Ghitti (basso) e Joas Haefliger (batteria, synth) è rientrato in studio con quattro brani nuovi di zecca. Ne abbiamo parlato con Marco...

Marco, cosa vuoi dirmi di queste nuove canzoni?

«Ciò che ci ha motivato in questo anno e mezzo sono state sicuramente le positive, e per certi versi sorprendenti, reazioni al primo album, che ci ha aperto le porte a diversi passaggi radiofonici in Svizzera, ad allargare la base dei fan in Francia e negli Stati Uniti grazie ai supporti digitali, e ad un primo concerto all'estero, a Milano. Sembra poco, ma per una band senza etichetta e senza promoter né booking, è già qualcosa! Quanto ai quattro brani posso solo anticipare che sono molto diversi l’uno dall'altro: ci siamo staccati un po' da certe strutture compositive: si va dall'indie rock alla psichedelia, fino alla new wave anni Ottanta, con un'identità piuttosto pop grazie a precise scelte sonore e di stile. Prevediamo due uscite, una questa primavera e una in autunno...».

È vero che la grande richiesta tende a prediligere la “musica liquida”, a gocce di singoli, oserei dire… Perché la scelta di non pubblicare un ep?

«Non so se sia una tendenza, ma di certo è quello che fanno molti altri gruppi. Il consumo di musica è davvero cambiato tanto, quindi ci adattiamo... Si stuzzica il pubblico con qualche singolo qua e là: probabilmente è un lavoro più immediato, più spendibile, meno impegnativo, anche finanziariamente, e il tutto è più facile da promuovere. Vendere un album o un ep senza una label e una distribuzione è dura: il nostro disco è andato a ruba subito dopo la realizzazione, ma a priori non puoi prevedere nulla... Questo, però, ci garantisce piena libertà nella fase creativa e totale autonomia su quello che facciamo, che è la cosa principale».

Come “suonano” le quattro canzoni?

«Per ora abbiamo solo delle tracce di batteria, synth e basso. Manca ancora la mia chitarra elettrica, la mia voce e i cori. Sono molto impaziente, come tutti del resto! Posso però dire che stiamo lavorando su un suono più arioso, brillante, meno denso, con synth più leggeri. Speriamo comunque che esca quel suono che ormai ci caratterizza, e che qualcuno ha definito né ticinese né svizzero, ma “internazionale”...».

Vuoi entrare nel dettaglio dei quattro testi, uno per uno?

«Come ho già detto in altre interviste, non mi piace parlare dei testi, quello che conta è la nostra musica, cosa smuove dentro, cosa suscita dal vivo. I testi non li reputo così interessanti, sono spesso concetti e riflessioni personali, anche se questa volta mi stacco un po' da un certo “buonismo”, così Max, il bassista, è contento! (ride, ndr). Sono testi più cupi e profondi, direi. Grosso modo parlano di immortalità, di fuga, del passato che ritorna, dell'irreparabile...».

Quando è in programma il prossimo show in Ticino?

«Non ci sono ancora date in vista, perché dipende anche molto dagli organizzatori. Di sicuro, comunque, ci faremo sentire a partire dalla primavera. E se non sarà in Ticino, sarà altrove in Svizzera, magari dalle parti di Zurigo, dove c'è un pubblico che ci sorprende ogni volta e che ci ha già dato tante soddisfazioni...».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE