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Gli inquirenti vogliono scongiurare un eventuale rischio suicidio. Lele Mora: «Ha la malattia dei soldi»
MILANO - Fabrizio Corona, arrestato lo scorso lunedì dalla Squadra Mobile di Milano, è attualmente in una cella singola e, si viene a sapere, è sorvegliato 24 ore su 24 per evitare che possa compiere gesti inconsulti.
Già durante la precedente detenzione nel carcere di Opera erano più volte trapelati i timori di alcuni addetti alla sicurezza riguardo la possibilità che Corona stesse meditando di suicidarsi. Circostanza, in realtà, poi smentita dallo stesso ex agente fotografico una volta uscito dalla struttura.
Intanto si viene a sapere che la cifra sequestrata nell'appartamento milanese di Francesca Persi, che sembra essere una prestanome di Corona, è «di entità doppia rispetto all'ammontare dei redditi netti risultanti dalle dichiarazioni Irpef (ovviamente di Corona, ndr) negli ultimi nove anni».
È invece un'altra ex collaboratrice di Fabrizio, che sta aiutando a fare chiarezza nelle indagini, ad affidare al verbale dei giudici la sua paura: «Ho timore di Corona (...) la cosa che mi preoccupa maggiormente (...) è il fatto che Corona ha più volte chiesto loro (riferendosi a persone che lavorano per lui, ndr) se io sono ancora a Milano e dove dormo», ha raccontato la donna.
Mora: «Ha la malattia dei soldi» - Una volta amici, o forse qualcosa di più. Oggi Lele Mora e Fabrizio Corona, che hanno vissuto insieme un periodo ricco di successi professionali e soprattutto di grande agiatezza economica, hanno preso due strade diverse. L'ex manager dei vip è stato interpellato telefonicamente dal programma radiofonico "La Zanzara" proprio in merito agli ultimi sviluppi della vicenda giudiziara dell'ex amico: «È malato, veramente, è malato di soldi. Se non approfitta dei soldi con la gente si sente male», ha raccontato Mora.
«Io non godo mai delle disgrazie altrui, anzi sono molto dispiaciuto per quanto accaduto a Fabrizio», ha continuato Lele.
Poi una ulteriore smentita riguardo la possibilità che l'ex agente fotografico si sia cacciato nuovamente nei guai anche a causa della dipendenza da sostanze stupefacenti: «Non è cocainomane, non lo è mai stato. Prende viagra e altre pasticche, ma non è un uomo da cocaina».
