
Abbiamo incontrato Ekat Bork che domani alle 23.30, tra le mura del Living Room di Lugano, terrà lo showcase del suo secondo album, "yasDyes" (Ginkho Box), in pubblicazione il 4 novembre.
LUGANO - La giovane songwriter di origini russe, che da qualche tempo vive a Capolago, narra il "making of" del suo nuovo lavoro in arrivo sul mercato discografico a tre anni da "Veramellious" (Ginkho Box, 2013), il suo album di esordio.
Ekat, raccontami il processo di lavorazione del nuovo disco...
«È iniziato tutto circa un anno fa. Tutti I brani sono nati in modo molto spontaneo, quasi per sfogo, esprimendo pensieri ed emozioni del momento».
Che significa "yasDyes"?
«Dal russo si traduce in “Sono qui adesso”. Il disco, infatti, è una raccolta di brani autobiografici che esprimono appunto me stessa in un preciso momento. "yasDyes" è un album molto intimo».
Quale la differenza, dal tuo punto di vista, rispetto all'album precendente?
«Sicuramente è più scuro, più ritmato ed elettronico. Credo abbia un carattere più definito...».
Quali le maggiori influenze musicali confluite al suo interno?
«Non saprei... Non ascolto molta musica e non me ne vanto. Sono così presa con ciò che faccio, che il tempo non mi basta mai… E tutto il resto quasi non esiste...».
Avrai comunque ascoltato qualche disco...
«Fever Ray, Massive Attack… Ma sempre guidando...».
Raccontami le registrazioni...
«È iniziato tutto registrando da sola nella mia stanza, a casa, a Capolago. Poi, ho incominciato a girare qua e là con un microfono e una tastiera midi sottobraccio, anche per inseguire i miei produttori dislocati in varie città d'Europa… Dalle montagne di Verbier a Bassano del Grappa, Milano, Cracovia, Berlino, Sintra, Pechino, Vladivostok. Alla fine, si può dire che l’album è il frutto di un lungo viaggio...».
Info: ekatbork.com