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Independence Day - Rigenerazione: un disastro venuto dallo spazio

CANTONEIndependence Day - Rigenerazione: un disastro venuto dallo spazio

08.09.16 - 06:00
Il cult catastrofico anni '90 torna in sala con un secondo episodio pirotecnico ma con più di un buco (nero) nella sceneggiatura
Warner Bros.
Independence Day - Rigenerazione: un disastro venuto dallo spazio
Il cult catastrofico anni '90 torna in sala con un secondo episodio pirotecnico ma con più di un buco (nero) nella sceneggiatura

LUGANO - Diciamocelo schiettamente, al di là di sorrisini e frasi di circostanza, "Independence Day" non era e mai sarà un capolavoro. Un film importante, però, questo sì.

Il primo di una disastrosa stirpe - Era il 1996, un po' ancora me lo ricordo, e Hollywood grazie alla potenza della tecnologia era riuscita a mettere in scena LA catastrofe quella che minaccia non un gruppo di persone, non una città ma il mondo e la razza umana intera. Un punto di non ritorno che, a suon di modellini deflagrati e tanta computer grafica, negli anni a seguire ci avrebbe portato a cose come "Armageddon" (1998), "Deep Impact" (1998) e "Godzilla" (1998). Poi il resto, più o meno, è storia.

Molti botti e niente arrosto - Poco importa, quindi, che (a parte per quanto riguarda gli effetti speciali da Oscar) il film facesse fatica a reggersi sulle sue gambe per praticamente tutto il tempo tratteggiando la più colossale e devastante invasione di alieni imbecilli (perché lo erano) che la storia ricordi: in grado costruire astronavi grandi come città e armati di temibili "laseroni" ma così fessi da farsi fregare nei modi più diversi. Il telo pietoso sull'escamotage conclusivo, un'infezione informatica senza nessun capo né coda e che sarebbe difficile da replicare persino sui nostri computer Mac di oggi, è più che d'obbligo.

La forza della nostalgia - I motivi alla base del ritorno con "Independence Day - Rigenerazione" a 20 anni dall'originale non sono semplici da trovare. Mancanza cronica di idee? Voglia di sfruttare l'effetto nostalgia e creare un altro classicone che impressioni le memorie di giovani e giovanissimi a suon di esplosioni? Sedurre gli allora adolescenti e adesso adulti? Forse sì (per tutte), sta di fatto che l'elemento generazionale è (come vedremo) uno di quelli cardine del film, ma andiamo con ordine.

Umanità unita per combattere - Sono passate due decadi dalla prima grande guerra con gli alieni e l'umanità, anche grazie alla tecnologia scippata agli sconfitti, ha fatto passi da gigante. La pace regna sovrana e, sapendo che là fuori qualcuno ci odia, tutte le nazioni si sono unite per costruire un sistema a prova di "grande minaccia". Una quiete che però, già lo sappiamo, finirà presto per dissolversi. Leader indiscussi di questo nuovo fronte comune sono Stati Uniti e Cina che possono contare su due assi del cielo alla guida dei loro super-jet. Una strizzatona d'occhi, questa fatta alla Repubblica Popolare, che pare un ennesimo contentino da sfruttare nelle sale cinesi sulle quali Hollywood punta sempre di più.

Generazioni in guerra - I soldati che combatteranno la battaglia di oggi però sono i figli di quelli di ieri: c'è il figlio di Steven Hiller (Will Smith che a questo giro ha detto no) e la figlia del presidente Whitmore (interpretato da Bill Pullman, che invece c'è). Ma non solo di eredi di eroi si seguiranno le gesta: il protagonista Jake Morrison (Liam Hemsworth) è uno degli orfani di quel disastro che, visto con gli occhi di oggi, sa tanto di 11 settembre. Parecchi i ritorni e i richiami all'originali: ci sono anche Jeff Goldblum (il geniaccio), Brent Spiner (la sregolatezza visionaria) e chi più ne ha più ne metta. C'è anche un'inspiegabile Charlotte Gainsbourg, che probabilmente non aveva poi molto altro da fare. Su tutti brilla nella sua particina la 17enne Joey King, teniamola d'occhio.

Le esplosioni, almeno, sono belle - Se nel primo film le astronavi erano tante e grandi come metropoli, in "Rigenerazione" ce n'è solo una ma in grado di coprire letteralmente mezza Terra. All'interno di questo covo di alieni malvagissimi e privi di qualsiasi spessore psicologico ecco che appare pure una enorme regina (sic). Inutile negarlo dal punto di vista degli effetti speciali la pellicola diretta dal "solito" Roland Emmerich se la vuole giocare praticamente tutta sugli effetti speciali e non è un segreto. L'impatto devastante della "super navona" sul nostro pianeta sono spettacolari e lasciano volentieri a bocca aperta. Così così invece il 3D che non aggiunge nulla e anzi, a volte, pare pure un poco forzato. 

Buchi neri - E la trama? Un po' un pasticcio, ma ormai c'è da stupirsi? Fra buchi vertiginosi - che ci costringono a fare salti mortali con il pensiero per racapezzarsi di come Tizio sia finito in un posto e Caio stia facendo quell'altra cosa - ed escamotage inspiegabili in momenti-cardine dell'intreccio, lo spettatore accorto se la passa un po' male. Abbassare un po' la soglia dell'aspettativa e alzare i pop-corn e la Coca Zero davanti alle fauci può aiutare (soprattutto se lo si vede in compagnia) anche se resta sempre quella domandina in sospeso: «Ma come fanno questi alieni ad essere così avanzati e, allo stesso tempo, così scemi?».

"Independence Day - Rigenerazione" è nelle sale di tutto il cantone proprio da questa sera. 

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