Come abbiamo visto al Festival del Film di Locarno venerdì scorso, Matt Damon è tornato a vestire i panni di Jason Bourne
BERLINO - Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con l'attore americano.
Matt, il ruolo di Jason Bourne, fisicamente, è molto impegnativo. Oggi hai bisogno più tempo per recuperare gli sforzi fatti sul set?
«Beh, quando ho interpretato Bourne la prima volta avevo 29 anni, oggi ne ho 45. Tutto è diventato più difficile rispetto a prima...».
Vale la pena, però, sollevare pesi?
«Certo, anche se andare due volte al giorno in palestra non fa proprio per me. Ma era necessario per interpretare al meglio il personaggio...».
Quando hai capito che era tornato il momento di rivestire quei panni?
«Inizialmente, eravamo piuttosto scettici, anche perché non eravamo sicuri che la pellicola avrebbe potuto funzionare ancora una volta. Ho già fatto abbastanza film che non vuole vedere nessuno… Ciò che ci ha spinto a girare, comunque, è stato l’entusiasmo del pubblico che sempre più spesso chiedeva di rivedere Bourne sul grande schermo…».
Bourne è di nuovo impegnato in temi di stretta attualità…
«Chiaramente c’è una realtà più intensa. Il tema centrale del film, in ogni caso, è il conflitto tra privacy e sicurezza che, come ben sappiamo, è il tema dominante del nostro tempo. È sorprendente com’è cambiato il mondo negli ultimi dieci anni… Oggi i social media hanno un potere enorme...».
Siamo nell’era digitale… È cambiato il tuo stile di vita?
«Uso lo smartphone come tutti e lo porto sempre con me. D’altra parte, è anche la “connessione” con i miei figli. Ma non mi sono mai imbattuto nei social media…».
Donald Trump ti fa paura?
«Sì. La mentalità di erigere muri, così come il razzismo, mi spaventano molto. Ma la realtà è che Trump potrebbe vincere davvero…».