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CANTONEHarvest Season al primo meraviglioso raccolto

06.06.16 - 06:00
Lo scorso 20 maggio è stato pubblicato il primo ep, omonimo, del giovane duo luganese
Gli Harvest Season: Luca Saglini (a sinistra) e Matteo Chiappara.
Harvest Season al primo meraviglioso raccolto
Lo scorso 20 maggio è stato pubblicato il primo ep, omonimo, del giovane duo luganese

LUGANO - Sei canzoni da cui trasudano, ammalianti, i frutti di un accurato raccolto in territori alt-rock.

Ne abbiamo parlato con Luca Saglini (chitarre, tastiere, voce), che condivide il progetto con Matteo Chiappara (voce).

Luca, raccontami la nascita della band…

«Il gruppo è venuto alla luce a Lugano nel corso del 2014 come sviluppo creativo di un genere musicale condiviso da me e da Matteo. Dopo una fase iniziale intrapresa con alcuni musicisti locali, il progetto si è concretizzato nel 2015 con la scrittura dei brani che hanno dato vita a questo primo ep».

Perché The Harvest Season (la stagione del raccolto)?

«Perché è una sorta di metafora dei nostri percorsi musicali individuali, vissuti in forme diverse, che oggi giungono a compimento con un lavoro autoprodotto e originale».

Vuoi entrare nel dettaglio del processo compositivo dei sei brani?

«Il processo creativo è stato interamente curato all'interno della band per quanto riguarda musica, melodie e testi. Da questo processo sono scaturite venti tracce dalle quali, insieme al nostro produttore artistico Andrea Torresani, abbiamo estratto i sei brani del disco».

Quali gli argomenti trattati prevalentemente nei testi?

«Ci sono due concetti che emergono e ricorrono nei testi: il senso di disagio e la voglia di riscatto».

Il disco si chiude con “See The Light” e “Therapy”... Vuoi analizzare queste due canzoni?

«Sono due brani che rappresentano bene i concetti espressi in precedenza: sono la lettura della nostra condizione generazionale e il tentativo di darne un'interpretazione migliore. Sono un messaggio di speranza e di cambiamento nei confronti di problematiche che ci accumunano».

Quali, a tuo avviso, le maggiori influenze musicali confluite nell’ep?

«Certamente l'ep ha delle radici che attingono ai classici del rock e del blues. In chiave più moderna i riferimenti si trovano nel genere alternative indie americano: le influenze maggiori vanno ricercate in gruppi come Black Keys e National».

Quali gli ultimi dischi che hai comprato?

«“A Moon Shaped Pool” (Radiohead), “Human Performance” (Parquet Courts) e “Everything You've Come to Expect” (The Last Shadow Puppets)».

Dove si sono svolte le sessioni di registrazione?

«Presso gli Auditoria Records di Fino Mornasco (Como), con la partecipazione di Andrea Torresani (produttore artistico, basso, tastiere), Giordano Colombo (batteria), Giacomo Ruggeri (chitarre), Pat Simonini (mix) e Giovanni Versari (mastering)».

L’ep verrà pubblicato anche in cd e in vinile?

«I cd saranno disponibili nei prossimi giorni, mentre l’edizione in vinile tra qualche settimana…».

Quando presenterete l’ep in dimensione live?

«Le prime date verranno annunciate a breve…».

 

 

 

 

 

 

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