Cerca e trova immobili

REGNO UNITOUna one man band di nome Jack Garratt

05.02.16 - 06:00
Il 19 febbraio il polistrumentista e vocalist darà alle stampe “Phase” (Universal Music), il suo primo album
Una one man band di nome Jack Garratt
Il 19 febbraio il polistrumentista e vocalist darà alle stampe “Phase” (Universal Music), il suo primo album

LONDRA - Jack Garratt è piombato sulle scene come un fulmine a ciel sereno, armato della sua vocalità - che modula facilmente a seconda della necessità - e della sua strumentazione - chitarra, tastiere, synth e batteria elettronica -. Una one man band, in pratica, in grado di ammaliare in pochi istanti il pubblico e i critici più esigenti. Ed è quanto ha fatto con i suoi live e le sue produzioni venute alla luce tra il 2014 e il 2015, ovvero gli ep “Remnants” e “Synesthesiac”. Non a caso, infatti, tra gli altri riconoscimenti, si è aggiudicato anche il premio della critica ai Brit Awards 2015.

Jack è uno di quegli artisti che non si ferma davanti a nulla, va dritto per la sua strada, sperimentando e mescolando suoni, dando vita a un amalgama sonoro poco etichettabile, che comunque, per il momento, si aggira nei pressi di territori trip hop ed electro r&b.

“Phase” raccoglie dodici tracce, tra cui “Worry”, “The Love You’re Given” e “Surprise” recuperate dai due ep al suo attivo: il bagaglio musicale che porta con sé è pesantissimo e Garratt ha tutta l’aria di essere il nuovo innovatore della scena musicale britannica, talentuoso come pochi.

Jack, raccontami il processo compositivo del disco…

Come con le mie produzioni precedenti, anche in questo caso è nata prima la musica, o meglio l’embrione di ogni brano. I testi sono il riflesso delle sensazioni provate riascoltandoli…

“Phase”, una fase, un periodo della tua vita, mi sbaglio?

È così, certo: il disco raccoglie alcune istantanee di questi ultimi due anni.

Nell’album troviamo la traccia di apertura “Coalesce (Synesthesia Pt. II)” e “Synesthesia Pt. III” che, inevitabilmente, ci riportano al tuo secondo ep, “Syneshesiac”, in cui figura “Synesthesia Pt. I”.

“Phase” potrebbe essere la prosecuzione, l’estensione dell’ep. Ma lascerei decidere al pubblico…

Quali le maggiori influenze confluite nel disco?

Amo la musica, ascolto di tutto.

Immagino ci siano musicisti che in qualche modo hanno fatto breccia nel tuo cuore più di altri…
 
Beh, certo. In questo caso potrei citare Stevie Wonder e David Bowie.

Come li hai scoperti?

Grazie a mio padre e alle raccolte che ha nella sua collezione. Dopo averli ascoltati una volta, ho recuperato buona parte di entrambe le produzioni.

Per quanto riguarda Bowie, a quale periodo sei più legato?

Credo alla trilogia berlinese, ovvero “Low” (Rca, 1977), “Heroes” (Rca, 1977) e "Lodger" (Rca, 1979).

So che ti sei esibito a Montreux nel 2015, quando la tua prossima performance in territorio elvetico?

Il 18 maggio a Zurigo, tra le mura del Kaufleuten.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE