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Tra passato e futuro, i “20 anni” di Michel Steyaert

CANTONETra passato e futuro, i “20 anni” di Michel Steyaert

20.06.22 - 06:30
È uscito il primissimo EP per l'artista di Claro, incentrato sull'età (e non solo)
Michel Steyaert
Tra passato e futuro, i “20 anni” di Michel Steyaert
È uscito il primissimo EP per l'artista di Claro, incentrato sull'età (e non solo)

CLARO - Chi ci è dentro, chi li vede davanti, e chi li ha già passati: i vent'anni sono un traguardo che, alla fine, ci segna un po' tutti.

Esperienze che aiutano a maturare, cuori spezzati e tanti errori: accadono tantissime cose in quest'età, che diventa come un ponte tra passato e futuro. Tra retroscena ed esperienze in prima persona, a parlarcene in musica è l'artista ticinese Michel Steyaert, che è uscito con il suo EP d'esordio intitolato proprio "20 anni", disponibile al momento su YouTube e ben presto su tutte le piattaforme streaming.

Come mai 20 anni? È solo un numero, o significano di più per te?
«Beh, sono nell’anno dei venti, e per questo ho deciso di fare la canzone sui vent’anni. Comunque è un traguardo importante, l’età che in molti ricordano in modo più nostalgico per la gioventù, la spensieratezza: ho 20 anni, sono giovane, faccio quello che voglio, fatemi sbagliare».

“Fatemi sbagliare”. Si fanno ancora tanti errori a quest’età?
«È inevitabile: siamo dei giovani adulti, stiamo ancora imparando».

Ti senti però più maturo rispetto alla tua età? 
«Quando devo essere serio so esserlo, quando c’è da scherzare sono anche il primo. Devo dire che però sono restato abbastanza un giocherellone: difatti anche uno dei tatuaggi che ho è Peter Pan, che simboleggia il fatto di non crescere (ride, ndr.)».

Ti piace “giocare” con la linea temporale, parlare di età, di passato, di futuro, di presente.
«Sì, diciamo che c’è stato un periodo quest’anno dove sono stato abbastanza male, in cui ero sotto stress principalmente per il futuro, quindi mi sono basato anche un po’ su questo nell'EP (c’è una canzone dedicata al tema, "Un viaggio nel futuro"). Gioco tanto su questo: è una cosa che alla fine non si può cambiare, però mi piace parlarne».

La citi in “20 anni”, che significato ha per te la città di New York?
«In generale, non solo New York, ma gli USA: lo vedo come un Paese con tanti sognatori, soprattutto parlando di musica: si va in America per cercare la fortuna».

Spesso dici anche “mi sono perso”. È qualcosa che hai vissuto in prima persona?
«Sì, ho avuto un periodo piuttosto tosto, con una parte di burnout, in cui mi sono letteralmente perso. Difatti in un testo dico che mi sono perso “dentro me”, e anche “Tutto nero” si attacca un po’ a questo. Relativamente è stato un periodo molto negativo, però ha portato anche a qualcosa di positivo, pensiamola così: si chiude una porta e si apre un portone».

Sei ottimista, quindi?
«No, in realtà sono molto pessimista (ride, ndr), ricordo agli inizi con la musica... però d’altra parte anche sognatore, quindi un po’ ci spero che le cose vadano bene».

La luce, il bianco, il nero, il bianco: ti piace molto la simbologia degli opposti, dello yin e del yang?
«Eh sì, io già come persona non riesco mai a dire forse, per me è sempre sì o no, non c’è una via di mezzo, o va tutto bene o va tutto male».

Le canzoni sono tutte pensate e scritte recentemente?
«Le ho scritte tutte da agosto in avanti: a dicembre avevamo tutti i brani chiusi… tranne “20 anni”, che è stata un po’ una lotteria, nel senso che il mio team si è un po’ diviso sulla decisione di farla uscire o meno (c’era anche un’altra canzone in ballo). Io e il mio produttore abbiamo deciso di puntare su "20 anni" e alla fine posso dire che l’ho vinta io, è la canzone più ascoltata».

Hai già ricevuto dei feedback importanti?
«Sicuramente dalla mia famiglia: mia zia, che lavora in ambito musicale (Judith Emeline, ndr) e che mi ha aiutato nella stesura e nel tutto mi ha dato un feedback positivo, ed è molto importante per me. Poi anche i miei cuginetti, che mi hanno detto: “Hai fatto una canzone rock come i Maneskin! Andrai a Sanremo!” (ride, ndr). Generalmente il feedback è stato molto positivo, anche a livello di visualizzazioni».

Farai altri video, delle canzoni?
«Sì, abbiamo deciso di fare il video di due canzoni, e a metà luglio faremo uscire quello di “Un viaggio nel futuro”. Sono un po’ i due brani a cui sono forse un po’ più attaccato e che mi hanno ispirato di più a livello di video».

Hai già altro in cantiere o al momento ti godi l’uscita dell’EP?
«Venerdì primo luglio uscirà una canzone estiva, poi mi permetterò un po’ di vacanza».

 

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