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Un ticinese incontra un ginevrino a New York, e nasce la musica

CANTONEUn ticinese incontra un ginevrino a New York, e nasce la musica

22.02.22 - 06:30
“Higher Perception” è il disco d'esordio del New York Duo composto da Christian Zatta e Robinson de Montmollin
New York Duo
Un ticinese incontra un ginevrino a New York, e nasce la musica
“Higher Perception” è il disco d'esordio del New York Duo composto da Christian Zatta e Robinson de Montmollin

LUGANO - Quintetti, settetti, power trio e big band. Il jazz ha molte forme anche quella – un filo più rara, a dire il vero – del duo. Una forma, questa, scelta dal giovane chitarrista nostrano Christian Zatta per il suo nuovo progetto, in compagnia del romando, Robinson de Montmollin: «Un nome particolare per un duo composto da un ticinese e un ginevrino, no?», scherza Zatta, «ma c'è dietro una storia».

Ok, ora devi raccontarci quale...
«Robinson e io ci siamo conosciuti all’Hochschule di Lucerna, durante il nostro bachelor alla facoltà di Jazz. Ma non abbiamo mai avuto davvero l'occasione di suonare assieme. È stato solamente durante il mio primo soggiorno a New York che abbiamo iniziato a trovarci regolarmente. Lui era già nella grande mela e stava frequentando la Manhattan School of Music. Due mesi più tardi ci siamo esibiti proprio a Manhattan e, il resto è storia...».

Trovo che l'immagine della copertina sia molto azzeccata e rispecchi bene la musica che si trova all'interno del disco.
«Grazie, ne siamo molto contenti! In effetti ma arrivarci non è stato un processo facile. Volevamo qualcosa di semplice, fresco e minimalista, che però rispecchiasse in qualche modo la nostra musica. La copertina è stata dipinta da un artista di Ginevra che, dopo aver ascoltato le composizioni, ha improvvisato diverse immagini tra le quali abbiamo poi scelto questa».

Dimmi anche due parole sul titolo “Higher Perception”.
«Le composizioni di questo nuovo album sono molto più personali e intime rispetto ad altri miei progetti. La musica è infatti direttamente legata alle esperienze vissute da me o da Robinson e la maggior parte di queste proprio nella città di New York. Per entrambi quel periodo è stato fondamentale e ha determinato il nostro sviluppo personale e artistico, cambiando la nostra percezione del mondo e rendendoci più maturi». 

Suonare in due è un'esperienza a sé, cosa cambia per te/voi?
«Imparare a suonare in duo è stata un'esperienza bellissima ma anche molto impegnativa! C siamo esercitati davvero molto per migliorare il nostro “timing” e questo ci ha reso musicisti migliori. Suonare solo in due dà naturalmente più libertà, ma questa porta con sé anche più incertezze e responsabilità. In generale la cosa più importante da fare quando si suona con altri è ascoltare, reagire e adattarsi. Suonando in duo questo concetto diventa ancora più importante e la sicurezza ritmica personale deve essere molto solida per potersi sostenere l’uno con l’altro».

Fra i brani originali, non mancano un paio di standard jazz. Come li avete scelti?
«Vero! In realtà avremmo potuto includere molti altri standards che adoriamo, ma abbiamo deciso di limitarci a due brani che significano molto per noi: “Body and Soul” e “A Shade of Jade”. In generale quando suoniamo standards cerchiamo di riarrangiarli a “modo nostro” e integrarli nel suono del New York Duo. Nel caso di questi due brani è successo spontaneamente durante alcune delle nostre “jam sessions” settimanali. Abbiamo notato che tra i vari standards che suonavamo, questi due erano sempre una grande fonte d'ispirazione per entrambi e le diverse versioni che nascevano avevano sempre qualcosa di speciale». 

Il brano che mi ha colpito di più è, come spesso mi capita, l'ultimo della scaletta: “Saint Marks Avenue”. Come nasce? 
«“Saint Marks Avenue" è una via di Brooklyn, dove ho vissuto durante i miei primi tre mesi a New York. Mi ricordo come se fosse ieri le sensazioni che provavo camminando per la prima volta nel quartiere di Crown Heights. Era tutto molto diverso da come me lo aspettavo. Nelle immagini che avevo visto prima di partire sembrava tutto molto bello e pulito, ma la realtà era ben diversa! Inoltre non ero per nulla preparato alla sensazione di solitudine così estrema delle prime settimane in un altro continente, dove non conoscevo nessuno. Con questo brano, il primo che ho composto per il duo, ho cercato di ricreare l’atmosfera d'incertezza e nostalgia di quella prima mattina a Brooklyn».

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