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Un sogno a occhi aperti, rivelatore: è "Fever Rays" di Monte Mai

CANTONEUn sogno a occhi aperti, rivelatore: è "Fever Rays" di Monte Mai

21.01.22 - 06:30
Nuovo singolo e videoclip per il trio composto da Anaïs Schmidt, Fabio Pinto e Fabio Besomi
MONTE MAI
"Fever Rays" è il nuovo singolo targato Monte Mai.
"Fever Rays" è il nuovo singolo targato Monte Mai.
Un sogno a occhi aperti, rivelatore: è "Fever Rays" di Monte Mai
Nuovo singolo e videoclip per il trio composto da Anaïs Schmidt, Fabio Pinto e Fabio Besomi

LUGANO - Oggi i Monte Mai, interessantissima realtà della scena musicale indipendente, pubblica il suo nuovo singolo "Fever Rays". Un brano trascinante, co-prodotto da Aris Bassetti (On The Camper Records) & Il Domani e che anticipa i contenuti di quello che sarà l'album di debutto (orizzonte ottobre 2022) del trio ticines-grenadino formato da Anaïs Schmidt (voce), Fabio Pinto (voce e chitarra) e Fabio Besomi (basso). Quest'ultimo ce ne ha parlato nei dettagli.

"Fever Rays" è più sogno, incubo o allegoria?
«Escluderei l'incubo e accenderei il sogno: bello sarebbe poter accendere i sogni (ride, ndr). In ogni caso, il sogno inteso più come evento rivelatore. In fondo sognare è l’esperienza della luce nella notte, e molte volte, in questa luce, capita di trovarci delle visioni oniriche di natura allegorica e metaforica».

C'è molto di diverso rispetto al precedente singolo "Peaches and Limes": cosa avete voluto esplorare?
«Si, esteticamente sono brani molto diversi. Le reminiscenze disco di “Peaches and Limes" sono state rimpiazzate dal riffone pseudo-blues di basso e dalle ritmiche iniziali un po' “laid back” di "Fever Rays", che portano l'ascoltatore in un immaginario diametralmente opposto. Dopotutto credo che questa diversità nei contenuti sia anche un po' la cifra del progetto. A legare questi due mondi ci sono però l'intenzione e certamente il processo compositivo».

Quale credete che sia il maggior punto di forza del brano?
«Difficile risponderti. Personalmente sono molto legato all'impasto che si crea tra le linee vocali e la ritmica del verse che “tira un po in dietro”. Il brano però nasce ed è stato costruito attorno al riff di basso, che diventa centrale e assume tratti ipnotici lungo tutto l'arrangiamento».

Definite la progressione finale «come una manata in faccia»: cosa volete suscitare nell'ascoltatore?
«Diciamo che non abbiamo proprio pensato di suscitare qualcosa in particolare in questa fase specifica del pezzo: è uscita così, istintivamente, mentre lavoravamo con il nostro produttore Aris Bassetti. Ma se proprio vuoi un messaggio direi che: l'intenzione era quella di trasmettere un senso di follia e alienazione e il frantumarsi delle certezze in quest'epoca infausta».

Com'è nato il concept del video?
«Il video è stato interamente pensato, scritto e girato da Radiana Basso che ha saputo dare vita a una schiera psichedelica di personaggi provenienti da mondi ed epoche differenti, che si scambiano e si reinterpretano a vicenda, dando vita a un canone estetico/visivo. L’apoteosi della sincronicità nell’after-party».

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