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CANTONEQuella pesante "eredità" sul futuro dei giovani

16.11.20 - 06:30
"The Legacy", il nuovo singolo firmato Martha's Laundry, tocca il tema del cambiamento climatico
SYLVANA RASCHKE
"The Legacy" è il nuovo singolo firmato Martha's Laundry.
"The Legacy" è il nuovo singolo firmato Martha's Laundry.
Quella pesante "eredità" sul futuro dei giovani
"The Legacy", il nuovo singolo firmato Martha's Laundry, tocca il tema del cambiamento climatico

BELLINZONA - Nuovo singolo per i Martha's Laundry. "The Legacy" è il secondo brano che viene pubblicato in questo travagliato 2020 da Marco Jeitziner (voce) e Joas Häfliger (synth).

Il duo synth-pop, che l'anno prossimo festeggerà i 15 anni di presenza sulla scena musicale ticinese, denuncia con questo brano il problema del cambiamento climatico e si chiede cosa resterà in dote ("The Legacy", appunto) alle future generazioni. Il brano - voce registrata a Lugano, mixato però presso "Il Mono Studio" di Milano - è ascoltabile nelle radio ticinesi e in tutti i negozi musicali online (Spotify, iTunes, Bandcamp, mx3). Si muove nel solco già tracciato con il precedente "Empty Nation", segnato da un marcato riferimento a sonorità e mondi ripescati dagli anni '80 - impossibile non pensare ai Depeche Mode - ma con la particolarità, questa volta, di una produzione totalmente elettronica. Ne abbiamo parlato con Jeitziner.

Quale eredità stiamo lasciando alle future generazioni?
«Direi pessima se continuiamo così, sotto tutti i punti di vista e soprattutto quello ambientale. Restando in Svizzera, con l'invecchiamento che abbiamo, bisognerebbe chiedersi di quale futura generazione si parla, dato che non si fanno più figli». 

La pandemia ha oscurato i temi ambientali nel dibattito pubblico?
«È evidente, ha oscurato questi e molti altri temi. Io parlo di "Coronacentrismo". Persino la Thunberg è sparita e si mette la mascherina. I media ne parlano all'inizio poi basta, come se non fossero fatti che ci coinvolgono ogni giorno. Ora le notizie sull'ambiente devi scovarle nei siti dedicati». 

La creazione di questo brano vi ha messo alla prova, musicalmente parlando?
«Ci si mette sempre alla prova creando musica, ma in questo caso è stato meno macchinoso perché ora siamo solo io e Joas, prima c'erano altri elementi e non usavamo l'elettronica. Ma creare i synth, una linea melodica, un testo e gli arrangiamenti non si fa in un giorno. Detto questo, è un brano abbastanza semplice e orecchiabile. Vero?». 

È un brano "politico", come si diceva una volta. Ma una canzone può salvare il mondo?
«Sì, è "politico" nel senso che tocca un tema preciso, ma in realtà tutto è politica, anche l'amore o la carta del gabinetto. Ovviamente no, una canzone non può nulla, ma può aiutare le persone a riflettere (sempre che parlino inglese), a passare dei momenti di serenità, penso agli stressati alla guida, a chi è solo in casa e vuole ballare. Chissà, magari "The Legacy" tra vent'anni sarà un inno ambientalista?». 

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