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ITALIAGerry Scotti e il Covid: «Io a un passo dall’essere intubato»

18.11.20 - 17:30
Il presentatore ha parlato del ricovero in ospedale: «Ho sudato freddo»
Keystone (archivio)
Gerry Scotti e il Covid: «Io a un passo dall’essere intubato»
Il presentatore ha parlato del ricovero in ospedale: «Ho sudato freddo»

MILANO - Tra la consueta ironia e la durezza nei confronti dei negazionisti, Gerry Scotti ha parlato della sua esperienza da malato di Covid-19 in ospedale. Un’esperienza sconvolgente per il conduttore Mediaset, arrivato al penultimo grado nella scala dei pazienti gravi. All’inizio Scotti aveva sintomi lievi: «Febbriciattola, stanchezza, colpi di tosse. Una settimana e passa tutto, pensavo. Invece no», ha raccontato il presentatore al Corriere della Sera.

Al secondo controllo presso l’ospedale Humanitas di Rozzano, la doccia fredda. «Mi è stato consigliato di rimanere da loro perché avevo tutti i parametri sballati: fegato, reni, pancreas. Ero già nell’unità intensiva, perché quando entri nel pronto soccorso del Covid Center non c’è l’area rinfresco, l’area macchinette, l’area vogliamoci bene: si apre una porta e da lì in poi vedi tutto quello che hai visto nei peggiori telegiornali della tua vita. Sono diventato verde, ho sudato freddo». Ricoverato in reparto («Io li vedevo tutti, vedevo 24 persone immobili, intubate, come nei film di fantascienza”, ha detto Gerry), il presentatore ha iniziato ad avere davvero paura.

A dargli un po’ di sollievo, il casco per l’ossigeno. «Sono arrivato all’ultimo step indolore della terapia prima che ti intubino. Per un paio di giorni a orari alterni ho dovuto indossarlo anche io, è stato un toccasana. Ricordo lo slogan: il casco ti salva la vita. Adesso ho capito bene di che casco si tratta... Poi una mattina hanno girato indietro il letto e mi hanno riportato nella mia stanza». Gerry ha anche svelato di essere stato in contatto con l’amico e rivale (televisivamente parlando) Carlo Conti, protagonista di un’esperienza simile. E a fine intervista ha avuto parole dure per i negazionisti. «Bisogna prenderli e lasciarli in quella stanzina (in un Covid hospital, ndr) un’ora. Sicuro cambiano idea». 

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