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La sfida dell’attore Marco Capodieci è... farsi in quattro durante la quarantena

BALERNALa sfida dell’attore Marco Capodieci è... farsi in quattro durante la quarantena

30.03.20 - 06:00
Il 42enne sta spopolando su Facebook con la sua mini serie web: «Ai tempi del Covid-19, serve anche un sorriso»
MARCO CAPODIECI
La sfida dell’attore Marco Capodieci è... farsi in quattro durante la quarantena
Il 42enne sta spopolando su Facebook con la sua mini serie web: «Ai tempi del Covid-19, serve anche un sorriso»
Gli obiettivi? «Donare al mondo un attimo di spensieratezza, “alleggerire” il forte carico di informazioni, stress e panico a cui siamo sottoposti».

BALERNA - Quattro quarantenni in quarantena. Non è una notizia di cronaca stavolta. Ma corrisponde all’iniziativa lanciata sul web da Marco Capodieci, 42 anni, attore di Balerna. La sua mini serie pubblicata sul suo profilo di Facebook sta spopolando.

Da dove nasce questa idea?
«È stato un susseguirsi di piccoli eventi, legati a questa difficile situazione, ad avermi dato l'esatta ispirazione per creare la serie web. Ed è stato soprattutto un bel ricordo a farmi prendere in mano lo smartphone e farmi dei video selfie con dei filtri creando in questo modo delle storie».

Si spieghi meglio…
«Due anni fa un'amica mi chiese, per la festa a sorpresa che voleva organizzare per il diciottesimo compleanno della figlia, un video-biglietto di auguri. In quel periodo portavo in scena “Ultima cena, menù fisso” e uno dei personaggi chiave dello spettacolo era “Suor Ubalda” (sì, con la barba, e che tra l'altro appare anche in un episodio di questa serie web). A quella festa non potei partecipare, ma il video proiettato di me che interpretavo quel personaggio barbuto ebbe un grande successo. Ne fui entusiasta e misi quell'esperienza in un cassetto speciale della mia mente artistica».

E poi arriva il coronavirus…
«Quando sono stato costretto a chiudermi in casa, così come tanti altri, ecco che l'ansia e l'angoscia hanno cominciato a prevalere: notizie su notizie, il delirio. Insomma, sentivo di avere la testa in tilt e il panico stava prendendo il sopravvento sulla mia vita quotidiana. Fatto sta che, in un attimo di lucidità, ho avuto il coraggio di spegnere tutto, e per alcune ore mi sono messo a pensare ad altro, immaginare, a riguardare i vecchi testi, i vecchi personaggi e, voilà, ecco sbucare “Suor Ubalda” dal cassetto dei ricordi e dei sogni. Ho subito recuperato dall'armadio il costume di Ubalda e il suo velo nero, ho messo lo smartphone su modalità video frontale e ho cominciato a sparare a zero, a sfogarmi. Ho riso fino alle lacrime di me stesso, ma più di tutto ho ritrovato l'animo e la forza di guardare, da un'altra prospettiva, questo periodo di stop forzato».

Lei interpreta, da solo, quattro personaggi.
«Grazie ai filtri delle app, sono nati i miei amici 40enni che stanno passando la quarantena a casa con me: Achille, Cesareo e Paolino. Ho postato il primo episodio sul mio profilo Facebook quasi per gioco, per reagire alla situazione. Immediatamente i miei contatti hanno cominciato a chiedermi il secondo episodio e addirittura una serie completa. Una bella sorpresa».

Gli episodi online mostrano la sua grande duttilità artistica. Tempi duri per chi fa il vostro mestiere?
«Il 27 e 28 marzo era in programma, al Teatro di Balerna, il debutto del nuovo spettacolo dal titolo “#HASHTAG”. Eravamo pronti, ma indecisi se andare in scena oppure no. Dal giorno alla notte però, la situazione legata al Covid-19, è peggiorata e abbiamo infine deciso di rinviare il tutto a un periodo migliore».

Quasi in contemporanea il Consiglio di Stato ticinese ha emanato il decreto con l'esplicita richiesta di chiudere tutti i teatri da subito.
«Questo e altri lavori artistici già in agenda, sono comunque venuti meno. La parola “annullato” è apparsa su tanti manifesti ed eventi e ancora non vediamo la fine del tunnel. Se già un artista lavora in modo precario ed indipendente, vi lascio immaginare il nostro stato d'animo ora che le entrate sono pari a zero, e senza neanche troppe rassicurazioni. Speriamo comunque di potere prendere parte a quel grande calderone di miliardi che la Confederazione ha stanziato per l'economia. Incrociamo le dita per l'arte e non solo, e ovviamente per tutti coloro che sperano in una risalita economica».

Come sta vivendo personalmente questo periodo?
«Come quasi tutta la popolazione che ha realmente capito la gravità della circostanza: sono preoccupato. E come non esserlo? Mi faccio pure tante domande. Quando finirà tutto questo? Cosa saremo e faremo dopo? Impareremo qualcosa da tutto questo delirio o torneremo a indossare strane maschere e a idolatrare il dio denaro?»

Intanto il pubblico sorride grazie alla sua iniziativa…
«Da subito ho scritto e tengo a ribadire che: “La risata migliora l'umore e la resistenza allo stress, fa bene anche al cuore, e alza le difese immunitarie!”. Non potendo aiutare la gente in altro modo, ho deciso di dedicarmi a questa idea. E sono sorpreso di come sia stato accolta dalle persone che mi seguono».

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