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ITALIASanremo, musicista s'incatena davanti al Teatro Ariston

04.02.20 - 15:09
Il clarinettista Marco Fusi protesta contro una maximulta da cinquemila euro
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Un musicista si è incatenato davanti al Teatro Ariston di Sanremo nel giorno dell'inizio del Festival.
Un musicista si è incatenato davanti al Teatro Ariston di Sanremo nel giorno dell'inizio del Festival.
Fonte Ats Ans
Sanremo, musicista s'incatena davanti al Teatro Ariston
Il clarinettista Marco Fusi protesta contro una maximulta da cinquemila euro

SANREMO - Il clarinettista Marco Fusi si è incatenato stamani davanti al teatro Ariston di Sanremo, annunciando lo sciopero della fame e della sete per protestare contro una maximulta da cinquemila euro (oltre 5300 franchi al cambio attuale) comminata, nell'agosto 2017, dalla polizia locale che lo aveva sorpreso a suonare per strada e a mostrare alcuni cd, multa che a oggi non è stata revocata. Il musicista è stato poi portato in caserma quando si è rifiutato di togliersi le catene con le quali si era legato.

Contro la multa il musicista aveva fatto immediato ricorso al sindaco di Sanremo tramite l'avvocato Marco Di Domenico, ma da allora non ha saputo più nulla. «Una legge della Regione Liguria consente la vendita dei frutti del proprio ingegno - spiega il legale - per cui riteniamo che la sanzione amministrativa debba essere annullata».

Ad aggravare la situazione c'è il fatto che la legge prevede che nell'ipotesi di un ricorso respinto la sanzione possa essere rideterminata dal sindaco, rischiando di arrivare, in teoria, fino a 15'000 euro. «Dall'agosto del 2017 - prosegue l'avvocato - il sindaco non si è ancora pronunciato sul ricorso di Marco Fusi, lasciandolo così tra coloro che stanno sospesi in attesa di un provvedimento di archiviazione o di rideterminazione della sanzione».

«Ho cercato in tutti i modi un dialogo con le autorità, ma di fronte alla sordità delle istituzioni sono stato costretto a questa forma estrema di protesta - ha detto Fusi -, contro l'ipocrisia di una cultura istituzionale che da un lato criminalizza l'arte e dall'altro la usa per promuovere, una volta all'anno, Sanremo come città della musica».
 
 

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