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STATI UNITITrump ha spinto l'America sull'orlo di una crisi di nervi?

07.03.16 - 20:16
Un reportage del Washington Post racconta di persone in preda ad ansia e attacchi di panico, e di psicologi stracarichi di lavoro
Trump ha spinto l'America sull'orlo di una crisi di nervi?
Un reportage del Washington Post racconta di persone in preda ad ansia e attacchi di panico, e di psicologi stracarichi di lavoro

WASHINGTON - Ansia e panico per i più, sogni di una fuga in Italia per alcuni, stress per quasi tutti: l'ascesa di Donald Trump sembra aver spinto l'America sull'orlo di una crisi di nervi.

A raccontare un Paese in cui gli americani corrono dall'analista e, stesi sui lettini, non parlano più del loro cuore spezzato o di un'infanzia rovinata, ma chiedono che trauma abbia mai sofferto il miliardario per essere "così cattivo"ò, è un reportage del Washington Post.

Reportage in cui gli psicologi denunciano uno stress tale da ore di lavoro concentrato sulle "sparate" del tycoon, a partire da quelle sulla tortura, da non poterlo più nominare. Massaggiatori e massaggiatrici spiegano di non riuscire più a rilassare i muscoli dei clienti, ferocemente contratti all'idea di un Trump alla Casa Bianca.

Una psicosi che appare colpire sia democratici che repubblicani, e salire in misura direttamente proporzionale ad ogni nuova vittoria del frontrunner del Gran Old Party (GOP).

Una Trump-fobia che sta spezzando famiglie, e viene dettagliata dalla gente comune sui twitter, i social media e le loro stesse ricerche online.

L'insegnante d'arte di Brooklyn, Nancy Lauro, 52 anni, si è messa a cercare su Internet come poter acquisire la cittadinanza italiana e fuggire nella Terra dei suoi avi in caso della vittoria di Trump: «Non è una risposta patologica ad una situazione normale, è una reazione normale ad una situazione pericolosa - ha detto ai media -. Non faccio che pensare a chi fuggì dalla Germania nei mesi precedenti all'ascesa nazista».

Per Amanda Long, fisioterapista dei messaggi di Arlington alle porte di Washington, il problema ha a che vedere con le chiacchiere incessanti dei clienti sulla psicosi-Trump: «Arrivo a dovergli dire di tacere, per non agguantare i muscoli tesissimi delle loro spalle come fossero la faccia color arancio di Trump».

Preoccupante - denunciano psicoterapisti newyorchesi e della capitale americana - è l'emergere di paure ed orrori sinora sopiti nei pazienti: c'è chi viene da famiglie di sopravvissuti all'Olocausto e ricomincia a sognare dittatori - spiegano gli analisti - ci sono persone di colore che temono il ritorno del Ku Klux Klan, altri di religione musulmana nel panico.

"L'ascesa di Trump sta mettendo in discussione valori profondi e accendendo paure antiche - ha spiegato la psicologa Alison Howard al Washington Post -. La gente si chiede come sia possibile che vada avanti un individuo che distrugge i principi anti-razzisti e di rispetto comune a cui siamo tutti stati educati".

Emma Taylor, 27 anni di Los Angeles ha riassunto in un tweet: «Sono a letto, non riesco a dormire. Ho un attacco di panico pensando a Trump presidente. È come un uragano che sta per abbattersi e io sono immobilizzata, e non posso farci nulla».

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