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CANTONEI miei primi 10 giorni con il nuovo MacBook

26.05.15 - 10:44
Più sottile. Più leggero. Ecco l'incontro perfetto tra un MacBook Air e un iPad Air. Ma che strana la tastiera
I miei primi 10 giorni con il nuovo MacBook
Più sottile. Più leggero. Ecco l'incontro perfetto tra un MacBook Air e un iPad Air. Ma che strana la tastiera

LUGANO - “Ma è d’oro? Che bello!” Questa è stata la reazione spontanea di mia moglie quando ho estratto dalla scatola il nuovo MacBook con schermo retina (12 pollici di diagonale, 2304x1440 pixel e una densità di 226 ppi) e processore Intel Core M da 1.1 GHz. Il modello in prova, testato per 10 giorni, era dotato di una memoria RAM da 8 GB e un hard disk solido da 256 GB.

Al di là del puro aspetto estetico - le linee del MacBook seguono fedelmente il solco stilistico tracciato dai precedenti portatili e sono l’ennesima dimostrazione della qualità del lavoro svolto dai designer di Cupertino - ciò che ha catturato subito la mia attenzione sono stati altri dettagli: lo spessore, o forse sarebbe più appropriato parlare di sottigliezza, e la leggerezza. Nonostante le dimensioni fossero già note da tempo, è solo al momento in cui si tengono in mano i 900 grammi del nuovo MacBook e i 13,1 millimetri di spessore e che si percepisce l’exploit ingegneristico. E si comprende la chiara dichiarazione di intenti: creare l’incontro perfetto tra un MacBook Air e un iPad Air (o ancor più il fantomatico iPad Pro da 12 pollici di cui si rumoreggia da tempo in rete e che, guarda caso, avrebbe uno schermo di uguali dimensioni).

Eredità Air - Come era successo con i modelli Air al momento del loro debutto, anche in questo caso il passaggio da un laptop “normale” ad uno pensato espressamente per chi deve muoversi impone di scendere a dei compromessi. In questo caso i compromessi, dettati dalle esigenze di progettazione, ci sembrano maggiori. Una volta scelto il modello non è più possibile ampliare la memoria RAM né tanto meno la capienza del proprio hard disk perché entrambi, per ridurre al massimo l’ingombro, sono integrati nella scheda madre. Il processo di assottigliamento a cui è stata sottoposta l’intera macchina ha permesso di ridurre lo spessore dello schermo ma anche della tastiera: un nuovo meccanismo “a farfalla” posizionato sotto i tasti ha permesso di assottigliarla migliorando al contempo la precisione della scrittura. Il risultato è una tastiera molto differente rispetto, per esempio, a quella del MacBook Air con il quale sono abituato a lavorare. Il percorso dei tasti è decisamente inferiore; piacevole, ma l’effetto è decisamente differente e richiede un minimo di abitudine. Anche dopo dieci giorni di utilizzo devo dire che i tasti freccia in basso a destra non mi hanno ancora convinto. I due tasti “su” e giù” sono decisamente piccoli e quindi scomodi, nonostante la fessura che li separa e che dovrebbe facilitarne l’utilizzo anche senza guardare quale si sta schiacciando. Il risultato però è tutt'altro che intuitivo. Un altro aspetto al quale non mi sono ancora abituato è la distanza tra trackpad e tastiera. La barra spaziatrice e il trackpad sono separati da pochi millimetri, una scelta dettata dalla voglia di massimizzare lo spazio a disposizione del trackpad. Anche in questo caso non mi ci sono ancora abituato e mi capita spesso di spostare involontariamente il cursore con il pollice mentre scrivo. Va però precisato che non ho mai svolto un corso di dattilografia e quindi, con ogni probabilità, le mie dita si agitano in modo confuso e disordinato sui tasti.

Un altro compromesso è quello della potenza di calcolo. Poco dopo la sua commercializzazione i primi benchmark hanno cominciato a mettere in risalto quello che, inevitabilmente, in molti avevano già previsto. Nella configurazione d’entrata il processore Intel Mobile M con architettura a 64 bit viaggia a 1.1 GHz. I due cuori lavorano indipendentemente e sono aiutati da un “Turbo Boost 2.0” che si attiva in caso di necessità per aumentare la velocità fino a 2.4 GHz, inoltre l’“Hyper Threading” permette al sistema di lavorare con quattro cuori (due reali e due virtuali). Ciononostante i test effettuati con Geekbench 3.0 dal sito everymac.com riportano prestazioni dal 13% al 34% più lente rispetto ai modelli di MacBook Pro o Air. Devo però dire che in dieci giorni, utilizzandolo per lavorare, non mi è mai capitato di avere l’impressione che il sistema fosse troppo lento.

Eredità iPad - Così come negli iPad il nuovo MacBook retina ha una uscita per le cuffie e una sola porta USB C da utilizzare per tutto o quasi. Se sugli iPad la totale mancanza di una porta USB non mi ha mai fatto storcere il naso, in questo caso quando mi sono trovato nella necessità di ricaricare l’iPhone usando il MacBook (senza poter nello stesso tempo collegare il computer alla corrente elettrica) oltre a sbuffare ho dovuto archiviare la speranza di poter raggiungere le 9-10 ore di utilizzo previste da Apple. Dopo aver ricaricato il mio telefono da uno scarso 30% ad un più rassicurante 60%, e dopo aver ridotto di qualche tacca la luminosità dello schermo, sono comunque riuscito a lavorare per circa 6 ore mantenendo un dignitoso 28% di carica residua. Tutto sommato un ottimo risultato che mi ha fatto capire che con il nuovo MacBook si può evitare di spostarsi con il caricatore costantemente in borsa. Un risparmio di spazio e peso che solo l’iPad mi aveva in precedenza permesso di ottenere. Così come gli iPad anche il nuovo MacBook è votato alla nuvola e all’adozione di un modo di lavorare sempre più mobile. Dagli iPad il nuovo MacBook ha ereditato un altro particolare assai apprezzato: la silenziosità. I nuovi MacBook sono infatti privi di ventola per il raffreddamento; un vantaggio evidente in fatto di impatto acustico, ma che lo porta, quando sottoposto a sforzi, a riscaldarsi notevolmente.

Mentre completavo la recensione mia moglie mi ha fatto la fatidica domanda: “allora, oltre ad essere fichissimo, com’è?”. Dopo alcuni istanti di silenzio ecco la mia risposta: “il problema è che è soprattutto fichissimo. È meno potente di un qualunque MacBook Air o Pro (e neppure di ultima generazione), ti spinge prepotentemente verso l’utilizzo delle nuvole dove archiviare i dati, ha una sola porta per collegare (con un adattatore) i dispositivi che abbiamo in casa, però è leggerissimo, ha una batteria che dura fino a sera e nonostante tutto è abbastanza potente per quasi tutto”. In sostanza, ne sento già la mancanza.

PS: nella recensione non ho parlato del nuovo trackpad touch force che permette di cliccare con maggiore intensità. La scelta di non parlarne in modo specifico è stata dettata dal fatto che al momento attuale le funzioni abbinate ad un click più intenso, per esempio la possibilità di ricercare il significato di una parola presente in una pagina online o di visualizzare l’anteprima di file multimediali o di pagine internet, non mi sono sembrate particolarmente interessanti al punto di non averle quasi utilizzate. Non dubito che in futuro questa possibilità verrà sfruttata al meglio, ma per il momento…

 

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