Solo dopo aver visto uno psichiatra, il cinquantenne ha scoperto di soffrire di bipolarismo
Cinquant'anni, persona solare e di compagnia, è sempre stato apprezzato dai suoi colleghi, dagli amici e dai musicanti della tre bande musicali a cui appartiene. Sin da ragazzo suona con passione e con allegria ed è un vero trascinatore per l’entusiasmo che ci mette. Negli ultimi due anni è stato meno attivo, con dei periodi di malattia che non gli hanno permesso di partecipare a tutte le prove, ma ai concerti c’era sempre.
Quando c’è, è una ventata d’allegria, contagiosa, ma, ultimamente, ha cominciato a non rispondere più al telefono, non usciva di casa e non dava spiegazioni. All’inizio parlava di malattie vaghe e poi non si è neanche più giustificato. I colleghi del lavoro e i vicini di casa dicevano che era come se cambiasse personalità, non sembrava lui, ma due persone differenti.
All’inizio, in famiglia pensavano a un brutto male e l’hanno accompagnato a fare diversi esami e la TAC, senza trovare niente. Quando finalmente ha consultato uno psichiatra, la diagnosi è stata di disturbo bipolare: una particolare forma di instabilità dell’umore, per cui a periodi di vitalità ed esuberanza seguono dei periodi di depressione, brevi ma evidenti e sempre più gravi, fino a quando ha iniziato una terapia con uno stabilizzatore dell’umore.
Adesso sta meglio, è tornato il solito, ma la sua efficacia si vedrà però solo nel tempo e sarebbe meglio facesse anche una psicoterapia assieme. L’obiettivo attuale è di prevenire la prossima fase di depressione.
Articolo di Roberto Ballerini, psicoterapeuta