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PRO JUVENTUTEQuei ragazzi così normali

03.07.14 - 07:00
Ad attirare l'attenzione degli adulti sono soprattutto i ragazzi problematici, ma è necessario occuparsi anche dei 'normali'.
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Quei ragazzi così normali
Ad attirare l'attenzione degli adulti sono soprattutto i ragazzi problematici, ma è necessario occuparsi anche dei 'normali'.

Tempo fa mi è capitato di lavorare, con una brillante collega, ad una serie di biografie di ragazzi. Lo scopo era quello di fare in modo che dei giovani raccontassero la vita di altri giovani così da poterne tirare fuori un libretto che calcasse una prospettiva troppo poco imboccata quando si parla di politiche dell'infanzia e della gioventù: quella della normalità (intesa qui come "vita normale" tanto per intenderci, cioè non bisognosa di educazione speciale).

Abbiamo lavorato sul concetto di normalità in un paese dove si parla – forse anche spesso – di giovani, ma per lo più in termini "straordinari". Ma che dire, invece, di tutti quei ragazzi che, nel silenzio della loro personale e collettiva esperienza, non sono – come si suol dire – problematici? Di loro si può, anzi: si deve!, parlare, in termini di salute, in termini di capacità progettuale, in termini di propensione all'attività, alla propositività, e via dicendo. Perché, mi chiedo, non parliamo quasi mai della normalità che contraddistingue la vita della stragrande maggioranza dei nostri giovani? In fondo, saranno proprio quei giovani a prendersi cura di noi quando noi, ormai anziani, non saremmo più in grado di badare a noi stessi.

Che rapporto stiamo costruendo con questi ragazzi? Stiamo pianificando il nostro futuro con loro? Stiamo entrando in relazione con loro? Li stiamo imparando a conoscere e, per contro, ci stiamo facendo a nostra volta conoscere da loro? Questioni grosse che, a mio modestissimo parere, non possono più essere risolte nella dimensione privata: i nostri giovani impareremo a conoscerli meglio e da loro ci faremo meglio conoscere se, e solo se, faremo dell'educazione una prospettiva collettivamente condivisa da tutti, indipendentemente da come la pensiamo.

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