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PRO JUVENTUTERagazzi, consumatori inconsapevoli

17.05.18 - 07:00
Quello che apparentemente può sembrare gratuito in verità nasconde molte insidie
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Ragazzi, consumatori inconsapevoli
Quello che apparentemente può sembrare gratuito in verità nasconde molte insidie

Un noto quotidiano d'oltre Gottardo, nella sua edizione domenicale, attirava l'attenzione su un tema davvero molto importante per quanto attiene all'educazione dei giorni nostri: quello delle app. Più precisamente quello delle app gratuite che vengono sistematicamente scaricate ed usate dai nostri ragazzi.  Certo, poiché è difficile resistere al giochino, all'avventura elettronica, soprattutto se questa è – appunto – gratuita.

Eppure lo sappiamo che di gratuito non c'è praticamente nulla, nemmeno sul web. Molte delle app che i nostri ragazzi usano sono infatti degli strumenti raffinatissimi per raccogliere dei dati che vengono poi venduti (basterebbe dare un'occhiata alle condizioni di utilizzo dei programmi che scarichiamo, prima di cliccare sul bottone "Accetta", per farsi un'idea un po' più precisa di quella che oggi abbiamo a tal proposito).

E una volta venduti, questi dati, diventano interessantissimi per proporre – forse imporre – della pubblicità. Ecco: i nostri ragazzi, già costantemente messi sotto assedio per quel che riguarda la formazione, il lavoro, le lingue, il violino, il calcio e via dicendo, sono anche dei consumatori – argomento non nuovo – a cui le aziende accedono per via indiretta, magari proprio sulla scorta dei dati raccolti attraverso il supergioco di turno.

Lo so, è difficile davanti a tanti colori, tanta raffinatezza di immagine, tanti suoni e via dicendo: lo so che è difficile dire di no, perché verrebbe da dire invece che non si sa, che non si è in grado di sapere se questo o quello è giusto per il nostro ragazzo in materia di uso delle nuove tecnologie…

Essere però consapevoli del fatto che la gratuità, in questo ambito, è davvero qualcosa di raro o rarissimo da trovare, è però un passo importante verso un'educazione un po' meno incerta e un pizzico di più condivisa.

Articolo di Ilario Lodi, Responsabile Pro Juventute Svizzera italiana
 

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