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È rischioso, ma i benefici futuri sono assicurati
È notizia di qualche giorno fa che il club sportivo hockeystico sta provvedendo ad ingaggiare nuovi giocatori per la prossima stagione. Nulla di nuovo, verrebbe da dire. Se non ché il Direttore sportivo, il Capo allenatore e l'Assistente allenatore hanno deciso di puntare decisamente su giovani giocatori, facendo magari di necessità virtù.
Alcuni mesi fa mi sono imbattuto in un imprenditore importantissimo (fatturato da centinaia di milioni di franchi all'anno, tanto per capirci) attivo – anche – alle nostre latitudini. La sua politica è semplice: ad un certo punto della carriera di un suo impiegato, operaio, tecnico, ingegnere o altro ancora, bisogna passare il testimone. Detto altrimenti: attorno ai cinquanta la tua funzione è quella di sostenere chi viene dopo di te affinché questi – giovane, capace, intelligente, aggiornato e molto altro ancora – possa fare ciò che fa in virtù del tuo – nuovo - lavoro, che altro non è che fare in modo che i più giovani possano inserire il turbo e far viaggiare a pieno ritmo l'intera struttura nella quale sono inseriti.
Due esempi solamente, ma intelligenti. Ce ne sono altri, certamente. Nel primo vediamo un club sportivo che capisce bene quanto sia importante offrire ai giovani quelle opportunità che solo l'intelligenza (che si contrappone all'abitudine, magari anche consolidata, ma non più utile) può scovare; nel secondo vediamo un'azienda che bene comprende quanto investire sui giovani è rischioso e magari ardito, ma che con lungimiranza e – soprattutto – a medio lungo termine già oggi sa che ne uscirà non solo in piedi, ma con grande beneficio.
Investire sui giovani è una questione anche di cervello e di saggezza. Chi lo fa, dimostra di possedere entrambe queste qualità.