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VALLESElI mistero risolto dell’Amigne

18.04.18 - 07:00
Ritenuto eredità degli antichi Romani, è in realtà un vitigno autoctono del Cantone Vallese
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lI mistero risolto dell’Amigne
Ritenuto eredità degli antichi Romani, è in realtà un vitigno autoctono del Cantone Vallese

VÉTROZ - Un vino dalle origini oscure, fino a poco tempo fa, ma che ora può essere definito come svizzero al cento per cento. Parliamo dell’Amigne, un bianco tipico del Cantone Vallese ed in particolare del territorio di Vétroz, dalla storia antica: per secoli si è ritenuto fosse stato portato in Svizzera dai Romani e che non fosse altro che una variante della Vitis Aminea.

In realtà, recenti studi basati sulla ricerca genetica hanno dimostrato che l’Amigne è un vitigno autoctono vallesano, che presenta un lontano e antico legame con il raro e pregiato Petit-Meslier, tipico della regione dello Champagne.

Il successo dell’Amigne è recente: fino agli anni ’90, erano appena una ventina gli ettari che ospitavano questo vitigno in tutta la Svizzera.

Ora, invece, il Cantone Vallese ne ha più di 40, grazie soprattutto alla passione e al lavoro dei coltivatori di Vétroz, che su questo vino hanno scommesso forte. Una scommessa ragionata, considerate le grandi qualità di questa uva, capace di produrre vini secchi, lievemente dolci o decisamente dolci.

Per classificare la quantità di zucchero, i produttori di Vétroz utilizzano il simbolo di un’ape: una sola ape significa che il vino non supera gli 8 grammi per litro di zucchero residuale, 2 api che ha un valore tra i 9 e i 25 g/l, 3 api che è sopra i 25 g/l.

A prescindere dalla dolcezza, gli Amigne sono caratterizzati da note agrumate (si sente in particolare il mandarino) e da un gusto molto fresco: gli abbinamenti, però, dipendono dal numero di api presenti sull’etichetta. Proprio a causa della differente gradazione di zucchero, è possibile trovare l’Amigne giusto per ogni piatto, dai formaggi al pesce fino al dessert. 

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