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SVIZZERALa pandemia sta uccidendo il turismo

03.04.20 - 17:33
Ci vuole una comunicazione che faccia riflettere senza stroncare sogni e progetti
Nessuna partenza in programma (di CR)
La pandemia sta uccidendo il turismo

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Ci vuole una comunicazione che faccia riflettere senza stroncare sogni e progetti

ZURIGO -  

Dopo due stagioni invernali di successo, la terza è riuscita a proseguire i successi dell'anno scorso fino a febbraio. Tuttavia, l'ottimo risultato intermedio, soprattutto ad altitudini più elevate, non può in alcun modo compensare l'inizio forzato della stagione. Come ha dimostrato la domanda di Svizzera Turismo (ST), l'intero settore sta subendo gravi perdite, come ha dimostrato la domanda di Svizzera Turismo (ST). Queste perdite hanno effetti sia a breve che a lungo termine, ad esempio riducendo drasticamente i fondi per investimenti futuri e misure pubblicitarie.

Alla fine di febbraio, i primi ingressi nei comprensori sciistici sono stati superiori del 10,6% alla media degli ultimi cinque anni. La successiva chiusura ha rigorosamente arrestato questa tendenza e pone grandi sfide alle aziende ferroviarie con i loro 13.000 dipendenti, che vengono affrontate anche con il lavoro a orario ridotto. Secondo un sondaggio rappresentativo della ST e di HotellerieSuisse condotto dalla Scuola universitaria professionale HES-SO (stato: 24 marzo 2020), le ferrovie di montagna e le imprese di trasporto di tutta la Svizzera prevedono un calo del fatturato del 53% in marzo e dell'80% in aprile. Secondo le loro stesse informazioni, solo le regioni del Vallese e dei Grigioni prevedono una diminuzione del fatturato di circa 100 milioni di franchi.

In realtà il settore turistico è fermo da poco più di due settimane, le cifre presentate devono quindi renderci attenti. La frenata brusca a seguito della chiusura totale sta provocando un effetto a catena che deve preoccuparci quanto il dramma sanitario. Non voglio sembrare cinico, ma ho l’impressione che si stiamo sottovalutando le conseguenze del lockdown. Il mercato è stato inondato di soldi (lavoro ridotto per una parte, crediti per le imprese), vero, ma non possiamo sopravvivere a carico dello stato, soprattutto non a lungo. Le iniziative, pur lodevoli, di portare musei, concerti ed esposizioni direttamente a casa nostra non offrono quell’esperienza turistica che noi tutti cerchiamo. Questa è fatta di profumi, gusti, calore umano...

Un fatto che mi particolarmente mi preoccupa è l’effetto che questa pandemia sta avendo (diciamolo, anche a seguito della comunicazione esasperante da parte delle autorità e dei media) sulla psiche dei noi tutti e su quella dei nostri clienti e amici turisti. Per la prima volta nella storia del turismo li stiamo obbligando (pur a giusta ragione) a restare a casa. Ma avranno in futuro ancora voglia di visitarci, di incontrarci, di dare seguito a nostri appelli promozionali? Mah, stiamo attenti soprattutto a come comunichiamo e in questo campo attualmente non siamo delle cime. I sindaci del Malcantone chiedono all’unisono (e con un tono autoritario fuori luogo) la chiusura del Gottardo e del San Bernardino, non sarebbe meglio cambiare il tono e invitare i Confederati a raggiungerci per la “grande festa estiva” in programma in agosto. Ricordiamoci: la comunicazione parte non dalla bocca che parla ma dall’orecchio che ascolta.

Testo a cura di Claudio Rossetti

Contatto: newsblog@viaggirossetti.ch

 


Questo articolo è stato realizzato da Progetti Rossetti, non fa parte del contenuto redazionale.
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