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TARGETCosa compriamo e come ci informiamo, in quarantena? Ce lo rivela Google

15.04.20 - 08:00
Usiamo i motori di ricerca per informarci e acquistare, soprattutto adesso. Ecco come sono cambiate le nostre esigenze
Unsplash/Agnieszka Boeske
Cosa compriamo e come ci informiamo, in quarantena? Ce lo rivela Google

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Usiamo i motori di ricerca per informarci e acquistare, soprattutto adesso. Ecco come sono cambiate le nostre esigenze

Da ormai quasi due mesi, l’emergenza Coronavirus ha investito ogni angolo del pianeta, con alcune differenze in termini di numeri, ma pochissime in termini di timore, per se stessi e i propri cari. Un’esigenza accomuna quasi tutti i popoli: un calorosissimo invito a rimanere a casa, che ha accelerato l’attuale rivoluzione digitale, trasformarsi buona parte del mondo del lavoro e soprattutto i rapporti sociali che, per adesso, sono perlopiù contatti “virtuali”.

E così, ancor più di prima, tutti i dubbi si sottopongono a Google.
Ma cosa stiamo cercando, oggi?

Il motore di ricerca più utilizzato nel globo accoglie ogni giorno circa 3,5 miliardi di queries: non stupisce se molte di queste, adesso, riguardino il Coronavirus. Dai grafici consultabili su Google Trends, infatti, possiamo verificare a colpo d’occhio un’impennata delle ricerche costante, tra febbraio e marzo, corrispondente al momento in cui il virus ha dichiaratamente lasciato la Cina, comparendo gradualmente fuori dal continente asiatico.

Non solo virus, anche showbusiness, cucina, porno e… INPS

Se per curiosità diamo una sbirciatina ad argomenti diversi, ci rendiamo conto, quasi con sollievo, che il Coronavirus non è l’unica cosa a cui si pensa oggi. Negli USA, ad esempio, ha subito un’impennata, con più di 500.000 ricerche, la celebre serie TV comedy “Modern Family”, in particolare il giorno della messa in onda del finale di stagione. Una risata sì, dunque, sebbene con un po’ di amarezza. Ed evidentemente tanta fortuna per aver concluso le riprese prima dell’emergenza.
Nella vicina Italia, tra le top queries della prima metà di aprile c’è il nome Clizia Incorvaia, fashion blogger partecipante del Grande Fratello VIP, che si è da poco resa protagonista di un collegamento in diretta con il compagno Paolo Ciavarro, conosciuto durante il reality, nel giorno della finalissima del programma tv: parliamo di più di 100.000 ricerche. Sempre nel Bel Paese, tra i trend registrati il 9 aprile, giorno del Giovedì Santo, ci è caduto l’occhio su una query popolarissima in Campania: “zuppa di cozze”. E beati loro!

C’è stato, tuttavia, un momento chiave negli andamenti online italiani di inizio mese che ha avuto un risultato inaspettato: il drastico superamento delle ricerche con query “INPS” rispetto a quelle di…Pornhub. Un piccolo antefatto: nel mese di marzo, il governo italiano ha fatto presente che, attraverso il sito web dell’INPS, lavoratori autonomi, stagionali, occasionali e altre categorie professionali avrebbero potuto richiedere un’indennità economica per compensare le perdite di guadagno mensili. Il 1° aprile, data di apertura delle domande, l’INPS è stata protagonista di un numero di queries dieci volte superiore a quello di Pornhub, soprattutto nelle regioni del Centro e del Sud. Il traffico conseguente ha mandato in crisi il sito dell’Istituto, che non ha retto l’impatto delle visite. La questione ha suscitato non poca ironia in tutto il web, tanto che lo staff di Pornhub Italia si è sentito in dovere di offrire pubblicamente aiuto all’INPS, proponendo di condividere i propri server, abituati a reggere costantemente una grandissima mole di accessi (vedi immagine allegata).

“Voglio saperne di più”

La ricerca di informazioni è lo scopo principale di chi rivolge a Google le proprie domande. Secondo una recente ricerca dell’agenzia Avant Grade, appena il primo caso di Coronavirus in Ticino è stato confermato, il 25 febbraio intorno alle 16, in pochi minuti le ricerche in proposito sono quadruplicate. Le voci correlate, inoltre, danno un’idea ancora più specifica di come le queries fossero – e siano tutt’ora – orientate: molte richieste sulle ultime news a proposito dei contagi, molti approfondimenti ricercati riguardo ai sintomi del virus, entrambi trend che accomunano sia la Svizzera che l’Italia. Non solo: molti, ovviamente, approfittano del motore di ricerca anche per informarsi su ciò che accade oltre i confini nazionali.

Monitorare questi dati può avere conseguenze positive anche in termini statistici. Il prof. Joshua Gans della Rotman School of Management di Toronto, attraverso uno studio pubblicato sul New York Times, ha fatto notare come, monitorando le queries su Google, si sarebbero potuti anticipare e monitorare alcuni sintomi del Coronavirus. Esempio calzante la query “non sento odori”, comparsa tra i trend italiani prima che fosse reso noto al grande pubblico che la perdita dell’olfatto è relativamente comune, quando si contrae il Covid-19. “Non sento odori” è tuttora molto popolare tra le ricerche fatte in Lombardia, la regione italiana in assoluto più colpita.

“Ho bisogno di…”

Google viene usato anche per acquistare (adesso solo online) beni e servizi: ma di cosa hanno bisogno le persone, in queste settimane?
In Ticino, la ricerca della query “mascherine”, negli ultimi mesi, ha subito flussi altalenanti, con punte considerevoli di popolarità nel mese di marzo. Al termine è spesso abbinata la specificità tecnica del tipo di mascherina, con dettagli quali “chirurgiche”, “ffp2” o “ffp3”, ricerche quasi completamente ignorate fino a febbraio di quest’anno. Stesso discorso vale per “Amuchina”, popolarissimo disinfettante per mani e non solo, query letteralmente schizzata in alto, tra le più ricercate, nel giro di una settimana, a metà febbraio.

Tra i trend italiani, che molti esperti ritengono affidabili previsioni dei trend delle zone in cui il Covid-19 è emerso più tardi, da settimane impazzano “mascherine fai da te antivirus” o “mascherine antivirus amazon”: ricerche, di conseguenza, che puntano alla soddisfazione diretta di una necessità con i mezzi attualmente disponibili, ovvero materiali casalinghi e/o servizi di e-commerce.

Ma non sono solo questi i beni e i servizi più ricercati online: hanno subito un’impennata gli ordini di food, sia inteso come spesa che come delivery di piatti pronti, i prodotti e gli accessori per gli animali, attrezzi e corsi per fare fitness in casa e molto altro di cui parleremo nello specifico in un altro articolo.

Questo ci fa realizzare quanto, per le aziende e i professionisti, sia importante, dall’altra parte della tastiera, essere in grado di farsi trovare e contattare, posizionandosi tra i primi risultati di una ricerca.

La SEO (acronimo di Search Engine Optimization) è il ramo del digital marketing che si pone questo come obiettivo. Se fatichi a farti trovare su Google dai tuoi potenziali clienti, contattaci per una consulenza gratuita: ti spiegheremo come arrivare a chi è interessato a te.

 

Articolo a cura di Linkfloyd Sagl, agenzia di marketing e comunicazione in Ticino


Questo articolo è stato realizzato da Linkfloyd Sagl, non fa parte del contenuto redazionale.
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