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LUGANOMetterci la faccia: nel marketing è (quasi) sempre un valore

28.09.18 - 07:00
Tanti imprenditori sono diventati volti del brand. Ecco alcuni casi celebri e le loro storie
Metterci la faccia: nel marketing è (quasi) sempre un valore

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Tanti imprenditori sono diventati volti del brand. Ecco alcuni casi celebri e le loro storie

“Metterci la faccia” non è solo un modo di dire, ma anche un’apprezzata tecnica di marketing.

Se assoldare testimonial, attori e influencer ha una forte visibilità mediatica, l’imprenditore (o il fondatore) di un’azienda che decide di metterci la faccia ha sempre una valenza significativa.

Così come ci sono i casi di successo, vi sono anche quelli in cui la strategia si è ritorta contro. Così come esistono casi di imprenditori diventati volto del loro brand loro malgrado e senza aver mai fatto nessuna pubblicità diretta.

Ecco 5 casistiche che riflettono 5 situazioni differenti

    • 1) Giovanni Rana, azienda omonima: il celebre imprenditore italiano probabilmente aveva già dalla nascita la stoffa del divo, sbocciata quando, negli anni’90 decise di raccontare la sua storia – da piccola bottega di pasta artigianale a multinazionale – attraverso dei celebri video spot. Sta di fatto che Giovanni Rana da allora non si è più fermato, ha girato decine di spot (persino negli Stati Uniti) e ha spesso inserito la sua faccia direttamente nel packaging di alcuni prodotti, ormai distribuiti in tutto il mondo e ben presenti anche nei supermercati elvetici.
    • 2) Lee Iacocca, Chrysler: quando l’ormai quasi centenario Lee Iacocca entrò nel CDA di Chrysler, la celebre azienda automobilistica versava in condizioni critiche. A lui venne attribuita la rinascita, per molti dovuti anche alla sua diretta apparizione in molti spot pubblicitari prodotti per la televisione. Uno degli slogan più celebri, “The Pride is Back” ha accompagnato il ritorno in pompa magna di Chrysler. Quando Iacocca lasciò Chrysler nel 1992, diede in consegna, di fatto, un’altra azienda.
    • 3) Harland Sanders, KFC: in molti si chiederanno a chi appartiene il volto della celebre catena di fast food appena sbarcata in Svizzera (prima apertura a Ginevra lo scorso Dicembre) e in Ticino (a Mendrisio da pochi mesi): ebbene, l’immagine del logo – che ricorda un bonario Zio Sam – appartiene al suo fondatore Harland Sanders, classe 1890. Fondata ufficialmente nel 1952, KFC è sempre stata associata alla particolare immagine del suo logo. Il viso di Sanders e la sua azienda sono elementi ormai inscindibili.
    • 4) John Schnatter, Papa John’s: non tutti conoscono questo celebre marchio concorrente diretto di Pizza Hut, presente in quasi 50 paesi del mondo ma non in Svizzera. Il suo fondatore, John Schnatter ha da sempre associato, in stile KFC, il suo viso al logo aziendale e a diverse campagne pubblicitarie. Questo finché Schnatter non è stato tacciato di razzismo in seguito ad un suo intervento ad una video conferenza, poi dato in pasto ai media. Sta di fatto che, dall’inizio del 2018, la sua faccia è stata cancellata dal logo aziendale. Oltre a dare le dimissioni da presidente, Schnatter ha affermato che non apparirà più in nessuna campagna pubblicitaria.
    • 5) Steve Jobs, Apple: non ha mai fatto, direttamente, campagne promozionali. Ma per il mondo intero Apple è Steve Jobs e non c’è verso di dividere le due entità. Al di là del modo di pensare e di agire fuori dagli schemi, a Jobs sono state associate qualità iconiche di genialità, imprevedibilità, sregolatezza, concretezza e fantasia. Tutti elementi che hanno contribuito ad alimentare il mito.

Articolo a cura di Clublab Sagl, siti web e grafica in Ticino


Questo articolo è stato realizzato da Linkfloyd Sagl, non fa parte del contenuto redazionale.
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