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LUGANOCome creare un fenomeno social: 10 consigli per realizzare contenuti “virali”

29.08.18 - 09:23
Esiste davvero una ricetta far parlare migliaia... milioni di persone di ciò che vogliamo, o avviene solo per caso? Seguite queste regole, e avrete delle chances di farcela!
Come creare un fenomeno social: 10 consigli per realizzare contenuti “virali”

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Esiste davvero una ricetta far parlare migliaia... milioni di persone di ciò che vogliamo, o avviene solo per caso? Seguite queste regole, e avrete delle chances di farcela!

Video da milioni di visualizzazioni, foto e meme che tutti commentano: contenuti, insomma, che sembrano avere qualcosa di “speciale”, capace di provocare negli utenti un bisogno irresistibile di condividerli con i loro amici. È il mito della viralità: espressione di rara bruttezza, mutuata dall'epidemiologia, ma capace di fotografare in modo fedele e immediato lo sviluppo di un fenomeno che si propaga attraverso il contatto, la condivisione, la rete tra le persone: tutti elementi che permettono ai contenuti di diffondersi in modo veloce, incontrollato, esponenziale.

La magia del viral marketing è che messaggi e annunci passano di persona in persona, di bacheca in bacheca, semplicemente perché suscitano amore e interesse, odio, disgusto o forte discussione, e infine perché conquistano talmente la scena da divenire argomenti di conversazione, di attualità. Le persone stesse, i consumatori della campagna, quindi, ne sono gli attori principali attraverso reazioni (es. like), commenti, visualizzazioni, condivisioni. In questo caso, dopo il lancio della campagna, l’inserzionista non deve far altro che aspettare, leggere e misurare i risultati, orientare di conseguenza la comunicazione, raccogliere dei nuovi risultati e così via proseguendo.
Fantastico, vero? Peccato che non sia così semplice ottenere questo risultato. Anzi, meno dell’1% dei contenuti è in grado di raggiungere lo stato di “virale”.
Iniziamo allora a chiederci che cosa possa rendere vincente una campagna pubblicitaria che abbia questo scopo.

    • 1) Il primo passaggio fondamentale per creare contenuti potenzialmente virali è capire in modo preciso e preventivo il proprio pubblico di destinazione. Solo se il post/video/meme parlerà alle persone giuste e in modo unico, convincente e memorabile, queste saranno desiderose di condividerlo. Creare l’identikit del proprio utente tipo renderà molto più semplice questa operazione: vanno raccolte le informazioni demografiche e psicografiche, va definito il tipo di contenuti verso i quali normalmente è più ricettivo, va individuato cosa sia importante per lui (il motivo scatenante) quando considera un acquisto e/o condivide contenuti online.
    • 2) Ogni piattaforma social è diversa, va scelta quella più appropriata ed il contenuto creato dovrà essere differente a dipendenza del canale scelto. Su Instagram una foto con didascalia accattivante o una stories, su LinkedIn un articolo, su Facebook un video (il formato più premiato nella diffusione dall'algoritmo)...
    • 3) L’orario di pubblicazione è cruciale. Ogni audience ha i propri ritmi, e individuare i periodi di tempo durante i quali i propri clienti passino maggior tempo sui social media è decisivo per permettere a un contenuto di ricevere la massima visibilità.
    • 4) Collaborare con gli influencer può fare la differenza. Non è necessario rivolgersi alle web-star (che chiederebbero cifre a molti zeri...) per ottenere risultati notevoli. Moltissime persone sono opinion leaders nella loro rete di contatti: anche i micro-influencer, così si chiamano, hanno dunque la capacità di offrire ai brand una copertura migliore. Aggiunge carburante prezioso a una campagna di marketing virale, andando a intercettare segmenti di pubblico che altrimenti sarebbero irraggiungibili, anche investendo molti soldi in advertising.
    • 5) Il contenuto funziona? Prova a coinvolgere i media per avere un ulteriore e naturale megafono della tua iniziativa. Il post ha ottenuto migliaia/milioni di visualizzazioni, la gente ne parla e sta reagendo positivamente alla tua campagna: segnala la cosa alla stampa con un comunicato che racconti il fenomeno, come si è sviluppato e che risultati, in termini di coinvolgimento degli utenti del web, ha generato.
    • 6) I contenuti devono creare coinvolgimento. Bisogna chiedersi sempre, “se dovessi vedere, leggere o sentire questo per la prima volta, mi farebbe venir voglia di condividerlo?". La risposta deve essere affermativa, ma non basta. È necessario chiedersi anche se il nostro post è capace di suscitare un’emozione, se abbia un motivo per commentato e per essere memorabile, riuscendo a differenziarsi in modo chiaro dal marasma di contenuti cui ognuno di noi è sottoposto quotidianamente.
    • 7) Punta molto sul fattore emotivo, in quanto avrai più possibilità di coinvolgere le persone, che saranno più propense a condividere il tuo messaggio.
    • 8) Lega i tuoi contenuti a temi (o sentimenti) di attualità. Riuscire a produrre un post con scopi di marketing che sia memorabile prendendo spunto da ciò che è di tendenza è un asso nella manica per il successo. Significa inserirsi in una conversazione globale, con tempestività e originalità, su un tema che già tutti conoscono o un sentimento diffuso, sul quale l’attenzione è alta e le persone sono sensibili in quel preciso momento.
    • 9) Non lasciare che il coinvolgimento creato e che la viralità del contenuto vada sprecata: studia un piano e gli step da seguire, nel corso del tempo, per ravvivare il fuoco, fornendo sempre un invito all’azione. Metti in chiaro cosa dovrebbero fare le persone dopo aver visualizzato il tuo contenuto. Registrarsi per una prova gratuita? Effettuare un acquisto scontato? Sono ottimi esempi per ottimizzare gli effetti generati dalla tua campagna virale.
    • 10) Misura sempre le prestazioni del tuo contenuto per ottimizzarlo e creare poi campagne ancora più performanti in futuro, o far fungere il contenuto a supporto di campagne o scopi a corollario. Strumenti di social media monitoring sono molto utili per analizzare la diffusione dei nostri messaggi, e comprendere in modo più dettagliato cosa abbia funzionato e cosa lo abbia fatto meno, se è necessario apportare modifiche o cambiare rotta.

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Articolo a cura di Linkfloyd Sagl, agenzia di marketing e comunicazione in Ticino.


Questo articolo è stato realizzato da Linkfloyd Sagl, non fa parte del contenuto redazionale.
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