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LUGANOArte e pubblicità, un matrimonio impossibile. O forse no!

07.08.18 - 09:45
A volte sembra un sacrilegio accostare la purezza dell’arte alla profanità di uno spot commerciale. Eppure, in alcuni casi, il successo di questo binomio è stato incredibile!
Arte e pubblicità, un matrimonio impossibile. O forse no!

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A volte sembra un sacrilegio accostare la purezza dell’arte alla profanità di uno spot commerciale. Eppure, in alcuni casi, il successo di questo binomio è stato incredibile!

Artisti e pubblicità: un binomio non sempre gradito dagli autori, che spesso non vogliono mescolare le loro creazioni ad una forma di comunicazione prettamente commerciale.

Eppure alcuni artisti, grazie alla “réclame”, hanno spesso aumentato il loro prestigio, anche se sono stati soprattutto i brand ad avvantaggiarsi nell’avere a disposizione delle firme esclusive dall’indubbio valore.

Ecco alcuni esempi di come il mondo dell’arte abbia incontrato il marketing, inteso sia come concept pubblicitario, sia come parte di una più ampia operazione di branding.

    1. Andy Warhol e la “Campbell’s soup”: l’abbinamento più celebre tra arte e pubblicità è forse proprio quello tra il padre della pop-art e le conserve alimentari Campbell’s. Anzi, in molti, fuori dagli Stati Uniti, credono che le tante lattine ripetute all’ossessione siano nate dal genio di Warhol. Ma non è così, e la Campbell’s tutt’oggi, dal punto di vista dell’immagine, grazie a quella celebre campagna vive ancora di rendita.
    2. Fortunato Depero e Campari: il futurismo è forse il movimento artistico che più ha abbracciato la pubblicità. Giacomo Balla, Mario Sironi e Lucio Fontana sono alcuni nomi che hanno contribuito ad aumentare il prestigio di alcuni marchi. Ma il più prolifico è stato Fortunato Depero, che ha lavorato, tra gli altri, con Verzocchi, San Pellegrino e Liquore Strega. Su tutti, è strettamente legato a molte campagne della Campari; un connubio di successo che, ancora oggi, continua ad avere una grandissima influenza nel branding attuale della nota bibita.
    3. Fredrick Mizen e la Coca Cola: la celebre bevanda americana ha sempre puntato molto all’abbinamento con l’arte, specie ai tempi in cui per creare una locandina pubblicitaria non bastavano certo Photoshop e Illustrator. Gil Elvgren, Norman Rockwell, N.C. Wyeth e Haddon H. Sundblom hanno avuto fortunate collaborazioni con il colosso di Atlanta. Alle nostre latitudini, l’artista forse più noto è Fredrick Mizen: per coloro ai quali il nome non dice niente, si tratta del più celebre artista statunitense che ha dedicato la maggior parte della sua opera ai nativi d’America. Qualcosa di lui lo avete visto sicuramente!
    4. Takashi Murakami e Louis Vuitton: viaggiando nel mondo dell’arte contemporanea, il pittore giapponese Takashi Murakami ha abbinato il suo estro visionario con una linea di borse di Louis Vuitton, promossa attraverso degli shop itineranti che, con delle grafiche abbinate, hanno fatto diventare un progetto di fashion design in un’esperienza completa per i clienti della griffe. Le forme di Murakami, in fin dei conti, si adattano perfettamente allo stile classico di Vuitton.
    5. David Lynch e Calvin Klein: passando a forme d’arte più attuali, uno dei registi più fuori dagli schemi di sempre ha sposato la filosofia di Calvin Klein in tre celebri pubblicità degli anni’80 per il profumo “Obsession”, considerati tutt’ora un cult. Fisici perfetti, sensualità e movimenti lenti ma significativi sono stati accompagnati da passaggi letterari di F. Scott Fitzgerald, Ernest Hemingway e D.H.Lawrence. Insomma, arte nell’arte per degli spot considerati capolavori. Dopo questi suoi primi lavori, il regista ha anche girato per Barilla, Adidas, Armani, Yves Saint Laurent e altri ancora.

Articolo a cura di Clublab Sagl, siti web e grafica in Ticino


Questo articolo è stato realizzato da Linkfloyd Sagl, non fa parte del contenuto redazionale.
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