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RIVOLUZIONE CANNABISIl paradosso statunitense

03.08.20 - 08:00
Cannabis: legale in alcuni stati, ma non a livello federale
MA True Cannabis
Il paradosso statunitense
Cannabis: legale in alcuni stati, ma non a livello federale

Numerosi stati degli Stati Uniti hanno legalizzato la Cannabis in molte sue forme, sia per uso medico che ricreativo. Tuttavia la legge federale statunitense la classifica ancora come una “Schedule I drug”, che la categorizza quindi come una sostanza con alto potenziale di abuso e rischio significativo per la sicurezza.

Questa classificazione mette la Cannabis sullo stesso livello dell’eroina, almeno per la legge federale, che per diritto dovrebbe sempre prevalere sulle leggi dei singoli stati.

Da Nixon a Trump

Nel 1970 il presidente Nixon ha passato la legge sulla prevenzione e controllo degli abusi di droghe, introducendo il sistema di classificazione delle sostanze ancora oggi in uso. Secondo questo sistema, che prevede cinque categorie dove I significa alto rischio e V basso, la cannabis è stata classificata come una droga di classe I, insieme ad eroina e LSD, tra gli altri.

Nel 1986 viene poi introdotta la legge contro l’abuso di droga, che stabilisce pene minime per gli individui trovati in possesso di Cannabis e che stabilisce la punizione in base alla quantità di Cannabis di cui si è in possesso. La legge fu aggiornata nel 1988, stabilendo le pene anche per i minori scoperti in possesso di Cannabis. Il risultato fu un deciso aumento della popolazione carceraria condannata per reati di droga.

Nel 2009, il presidente Obama ha incoraggiato i pubblici ministeri federali a non penalizzare le persone che distribuivano Cannabis per scopi medicinali, conformemente alla loro legge statale. Questo è stato ulteriormente rafforzato nel 2013, quando il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha rilasciato una dichiarazione in cui affermava che avrebbero lasciato agli stati il compito di far applicare le leggi statali.

Ancora oggi il possesso di Cannabis è punito in modo severo, con pene di un minimo di USD 1000 e fino ad un anno di carcere se si tratta della prima condanna. Una seconda condanna prevede invece almeno 15 giorni di carcere, che possono arrivare fino a due anni.

L’amministrazione Tump ha adottato, ad oggi, una posizione più ambigua sulle leggi sulla Cannabis. I pareri sono discordanti, ma sembra che l’attuale presidente sia in favore della Cannabis, almeno per uso medico.

La Farm Bill del 2018

La Farm Bill del 2018 ha rimosso la canapa e i suoi derivati dall’elenco di sostanze controllate a livello federale, dando esplicita autorizzazione alla coltivazione su tutto il territorio statunitense. Per essere considerata legale, la canapa deve avere un tenore di THC a secco inferiore allo 0,3%.

Tuttavia, nonostante la coltivazione della canapa sia resa legale a livello federale, la produzione di CBD rimane tecnicamente illegale e sotto il controllo della FDA. È quindi legale estrarre CBD dalle piante, ma teoricamente illegale venderlo. Il possesso di prodotti a base di CBD però non è stato criminalizzato ai sensi delle leggi vigenti.

Moltissimi sono infatti i prodotti a base di CBD presenti ad oggi sul mercato degli Stati Uniti.

Cannabis Medica

Molti stati hanno ad oggi legalizzato l’utilizzo della Cannabis come medicinale. La California è stata la prima già nel 1996, e da quel momento un gran numero di stati ha seguito il suo esempio. Come per la Cannabis a scopo ricreativo, anche quella terapeutica rimane però illegale a livello federale.

È possibile che la legge federale possa cambiare, in quanto il presidente Trump si è mostrato a sostegno della Cannabis medicinale. Tuttavia, nel 2019, ha emesso una dichiarazione che dà alla sua amministrazione il diritto di applicare le leggi federali sulle droghe anche contro le persone che rispettano le leggi statali.

 

Articolo a cura di MA True Cannabis

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