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LUGANOCambiare la propria alimentazione, un pasto alla volta

30.10.17 - 07:00
Sapevate che tra vegani e onnivori esistono moltissimi passaggi intermedi? Oggi, per esempio, vi spiego chi sono flexitariani e riduzionisti… ovvero i “vegetariani moderati”
Cambiare la propria alimentazione, un pasto alla volta
Sapevate che tra vegani e onnivori esistono moltissimi passaggi intermedi? Oggi, per esempio, vi spiego chi sono flexitariani e riduzionisti… ovvero i “vegetariani moderati”

LUGANO - Dopo la lunga carrellata di articoli dedicati alle nuove diete... anzi, diciamo meglio, ai nuovi regimi alimentari che si vanno diffondendo in questi anni (vegetariani, clean, a zona, paleo), voglio concludere il discorso aggiungendo un ultimo tassello alla discussione, il cui spunto è venuto dalla mia presenza a Ticino Vegetariano, la fiera - organizzata da Dany Stauffacher, Marta Lenzi e tutto il team di S.Pellegrino Sapori Ticino - che lo scorso weekend si è tenuta al Palazzo dei Congressi.
Vi parlo, quindi, di flexitariani, o riduzionisti.

Quello “flexitariano” è un modo di alimentarsi che mescola “flessibilità” e “vegetarianesimo”, ma il discorso potrebbe estendersi comunque a comprendere, in maniera - appunto - flessibile, qualsiasi altro regime alimentare di cui abbiamo parlato finora. Anche il termine “riduzionista” (a volte detto anche “riducista” o “reducetariano”) allude alla stessa cosa.
Non si tratta quindi di un nuovo sistema di valori e abitudini alimentari, quanto piuttosto di approcciarsi al vegetarianesimo, o al veganesimo, in maniera graduale e consapevole. Una via di mezzo, secondo me, molto ben pensata, per limitare il proprio impatto sull'ambiente e affrontare le problematiche etiche legate allo sfruttamento degli animali per l'allevamento. E questo naturalmente non è detto che debba condurre per forza di cose al vegetarianesimo vero e proprio: si può anche rimanere riduzionisti tutta la vita.

Ma andiamo nel concreto: di cosa si tratta?
Riduzionisti e flexitariani riconoscono come i vegetariani i problemi dello sfruttamento animale e decidono di ridurre al minimo i prodotti di origine animale nella propria alimentazione, riservandosi di nutrirsene solo in particolari occasioni, o in quantità comunque limitate.
Per esempio:

    • carni di qualità, provenienti da allevamenti selezionati proprio per gli standard di vita degli animali; esistono già oggi allevamenti etici, sostenibili, biologici e biodinamici che garantiscono i migliori standard possibili per gli animali;
    • carni di selvaggina cacciata secondo i parametri corretti del proprio paese e le quote certificate;
    • pesce azzurro da pesca in alto mare, anche qui se certificato
    • prodotti derivati dagli animali, ma solo se certificati (ad esempio biodinamici).

Parliamoci chiaro: questa scelta inciderà in maniera significativa sul costo dei prodotti, ma il rapporto va a spostarsi fortemente dal punto di vista della qualità dei cibi, oltre che verso un'alimentazione più sana ed eticamente migliore rispetto al consumo indifferenziato. Insomma, si va a mangiare meno carne, ma migliore, il che mi pare comunque un fatto positivo.

Rimangono fissi due principi di buon senso: il primo è che è sempre consigliato pianificare la propria alimentazione assieme a un esperto; il secondo che sport, fitness e abitudini salutari devono accompagnare sempre queste pratiche alimentari, se vogliamo davvero migliorare la nostra salute e la nostra vita.

Buon appetito e buon lavoro a tutti!

Questa rubrica è sponsorizzata dal Ciani Ristorante Lugano.

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