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Harper & Musselwhite di nuovo in studio nel nome del blues

STATI UNITIHarper & Musselwhite di nuovo in studio nel nome del blues

14.02.18 - 06:00
Ben Harper racconta la genesi di “No Mercy In This Land” (Anti/Epitaph), il secondo album nato dal sodalizio artistico con Charlie Musselwhite, la cui uscita è prevista il 30 marzo prossimo
FOTO DAN MONICK
Ben Harper (48 anni) e Charlie Musselwhite (74).
Ben Harper (48 anni) e Charlie Musselwhite (74).
Harper & Musselwhite di nuovo in studio nel nome del blues
Ben Harper racconta la genesi di “No Mercy In This Land” (Anti/Epitaph), il secondo album nato dal sodalizio artistico con Charlie Musselwhite, la cui uscita è prevista il 30 marzo prossimo

LOS ANGELES - A cinque anni da “Get Up!” (Stax, 2013), Harper (voce, chitarra) & Musselwhite (armonica, voce) si apprestano a dare alla luce un altro gioiello, suddiviso in dieci tracce e costruito, come il precedente, a ridosso della naturale essenza del blues, acustico o elettrico che sia...

Ben, raccontami del tuo primo incontro con Charlie…

«Ci incontrammo per la prima volta nel 1993, grazie a un amico in comune: John Lee Hooker».

John Lee e Charlie si conoscevano già da un po’...

«Beh, sì, erano molto amici da anni… Per farti capire: alle nozze di Charlie, John Lee era uno dei testimoni...».

Qualche anno dopo John Lee Hooker vi invitò per le registrazioni di “Burnin’ Hell”...

«Stava lavorando a quello che fu, di fatto, il suo ultimo album in studio, “The Best Of Friends” (Pointblank, 1998)...».

Che tipo era?

«Una persona di rara bellezza interiore. La sua dote comunicativa lo portava a scandagliare il fondo di ogni cosa, di ogni concetto. Difficile trovare qualcuno come lui al giorno d’oggi: John Lee apparteneva a un altro tempo…».

Raccontami ora del primo album su cui hai lavorato in coppia con Charlie...

«Con “Get Up!” realizzai un sogno che portavo con me da oltre tre decenni. Calcola che ascoltavo la sua musica già da bambino: la mia famiglia non aveva molti soldi, ma aveva degli ottimi gusti musicali... (ride) E capisci che sedermi allo stesso tavolo con Charlie per costruire un disco insieme per me non fu assolutamente cosa da poco…».

Quell'album ha preso forma vent’anni dopo il vostro primo incontro: perché avete atteso così tanto?

«Quello era semplicemente il momento giusto: “Get Up!” è nato in maniera molto spontanea e naturale, così come era nata la nostra amicizia vent’anni prima...».

Veniamo a “No Mercy In This Land”: perché questo titolo, innanzitutto?

«È immediato e comunica, in chiare lettere, ciò che noi esseri umani stiamo vivendo in questi anni...».

Che vuoi dirmi delle recording session?

«Abbiamo registrato in presa diretta con Jesse Ingalls (basso), Jason Mozerksy (chitarra) - che avevano già preso parte alle sessioni di “Get Up!” - e Jimmy Paxson (batteria)».

Dove?

«A Santa Monica, California, tra le mura dei Village Studios».

Quando?

«Nei primi mesi del 2017...

Sei particolarmente affezionato alla Svizzera italiana: non credo sia un caso che tu ti sia esibito tre volte a Locarno, nell’ambito di Moon and Stars…

«Locarno e Lugano sono delle città fantastiche. Così come Cannobio (Verbano-Cusio-Ossola), che ho raggiunto in più occasioni via lago partendo da Locarno. Tra qualche anno, quando sarò vecchio e stanco, mi troverai da quelle parti…».

Il 25 aprile tu e Charlie vi esibirete a Ginevra… Farete tappa al prossimo Moon and Stars?

«Per ora non posso dirti nulla, ma, come puoi immaginare, mi piacerebbe tornare su quel palco al più presto...».

 

 

 

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