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“Resurgam”, Fink torna “on the road”

GERMANIA“Resurgam”, Fink torna “on the road”

28.08.17 - 06:00
Fin Greenall, alias Fink, narra la genesi di “Resurgam” (Ninja Tune/Tba), il suo nuovo album, il settimo, in uscita il 15 settembre
FOTO TOMMY N LANCE
Fin Greenall, alias Fink.
Fin Greenall, alias Fink.
“Resurgam”, Fink torna “on the road”
Fin Greenall, alias Fink, narra la genesi di “Resurgam” (Ninja Tune/Tba), il suo nuovo album, il settimo, in uscita il 15 settembre

BERLINO - Britannico, cresciuto a Bristol, dopo avere vissuto per qualche tempo tra Londra, Brighton e Parigi, da tre anni Fink ha dislocato la sua base operativa a Berlino: «Amo muovermi, viaggiare... - mi spiega nel corso di una lunga telefonata - Questa città mi sta dando nuova energia, nuovi stimoli...».

Focalizzandosi nel contempo su «ispirazioni parallele» con l’album “Fink’s Sunday Night Blues Club, Vol. 1” (R’Coup’D/Ninja Tune, 10 marzo 2017), Fin Greenall (voce, chitarra) a Berlino - insieme a coloro con cui condivide il progetto, Tim Thornton (batteria, chitarra) e Guy Whittaker (basso) - ha messo  a punto l’embrione delle dieci canzoni, ammalianti, confluite nel nuovo disco: i riverberi electro - da lui prevalentemente sperimentati a inizio Millennio - questa volta recuperano terreno, senza cambiare rotta, adeguandosi a strutture acustiche, alt-folk oriented...

Fin, ho l’impressione che in “Resurgam”, rispetto al precedente “Hard Believer” (Ninja Tune/Tba, 2014), l’influenza della black music sia più nitida…

«È così... Collocherei questo aspetto in quella che potrei definire la “missione” di Flood (PJ Harvey, Foals, Warpaint…), che ha prodotto l’album… Le strutture delle canzoni, tra l’altro, hanno preso la forma definitiva in studio: a livello musicale prima avevo soltanto qualche embrione, qualche idea...».

Cosa hai ascoltato nel corso del processo di lavorazione?

«Lou Reed, Pink Floyd, Can, Siouxsie and The Banshees, Cure… Tante cose, insomma, ma nulla in particolare...».

Non credi che l’influenza black possa provenire anche da “Fink’s Sunday Night Blues Club, Vol. 1”?

«Sì, direi di sì… D’altra parte i due progetti si sono incrociati…».

In quel frangente, per “Blues Club” intendo, le influenze presumo siano più definite… Cosa vuoi dirmi al riguardo?

«Beh, in questo caso citerei John Lee Hooker, Howlin’ Wolf, Lightnin’ Hopkins…».

Quando hai iniziato a lavorare a “Resurgam”?

«La scorsa estate, focalizzandomi meglio sulle canzoni però solo dopo la realizzazione di “Fink’s Sunday Night Blues Club, Vol. 1”... Tutto quanto è avvenuto molto rapidamente, tra marzo e inizio luglio...».

Cosa vuoi dirmi delle registrazioni?

«Abbiamo soggiornato per nove settimane all’interno degli Assault & Battery di Londra, gli studi di Flood, tra apparecchiature analogiche e digitali…».

In latino “Resurgam” significa “risorgerò”... Da dove questa scelta?

«“Resurgam” è scritto sulle mura di una chiesa, in Inghilterra, e quando l'ho letto ho capito che al suo interno si rifletteva quel preciso momento della mia vita, della mia esistenza… Un momento - carico di ottimismo - che, dopo un anno di pausa, mi ha riportato “on the road”...».

 

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