La mini-console di Sony, che esce in tempo per finire sotto l'albero, stenta un po' rispetto alla concorrenza Nintendo ma comunque qualche gioia la regala
LUGANO - È facilmente fra le prime tre console più importanti di sempre, la prima "Play" - uscita ormai nel lontanissimo 1994 - ha davvero cambiato le regole del gioco. Realizzata da un'azienda, Sony, conosciuta per l'hi-tech di televisori e lettori Dvd dava un nuovo volto al gaming: non più un passatempo puccettoso da ragazzini, ma una cosa "fica" e da grandi.
Un'altra mini-console chiusa - Dopo le riedizioni bonsai di altre due macchine storiche (il Nes e il Super Nintendo) realizzate dai papà di Super Mario, ecco arrivare anche la Playstation Classic. La formula, guarda un po', è la stessa: una mini-console che si alimenta via Usb con una manciata (20) di giochi precaricati, due manopole e un cavo Hdmi.
Carinissima, ma ancora quel cavo... - Aperta la scatola, la prima sensazione "a pelle" è molto positiva: la Playstationina è veramente carinissima e ben realizzata, così come i due joypad. Il cavo d'alimentazione Usb però ci fa un po' alzare il sopracciglio: come con le due "colleghe" di Nintendo non è particolarmente lungo e rischia di causare qualche problemino nei salotti più spaziosi. Ma accendiamola, questa bestiolina!
Nostalgia canaglia... - La schermata bianca con il rombo dorato appare, e con il jingle la memoria torna a quei gloriosi anni '90. Peccato che forse ce li ricordavamo... più bellini? Al di là dei brividini di rivedere l'inizio di perle assolute come "Resident Evil" e "Metal Gear Solid" risulta subito indubbio che si tratta di titoli che sono invecchiati.
...come ci travia la memoria - Se con gli 8 e 16 bit bidimensionali di NES e SNES l'impatto visivo teneva ancora botta, per quanto riguarda la Playstation gli anni passati si sentono tutti: pochi poligoni, pixelatissimi e una certa lentezza di fondo. Anche nei caricamenti dei giochi. Diciamo quindi che se da una parte è un bel viaggio, dall'altra i dossi non mancano. Non aiuta poi il fatto che l'interfaccia per la scelta dei titoli sia parecchio spartana e poco accattivante.
Ma "Crash", proprio no? - Altra piccola delusione è il parco titoli a disposizione: alcuni dei 20 presenti secondo noi non meritavano il "ripescaggio" mentre sono stati dimenticati alcuni capisaldi fondamentali (qualcuno ha detto "Crash Bandicoot", "Tomb Raider", "Spyro" o "Parappa"?). Vero è che i pezzi da novanta di questa Playstation Classic restano sempre e comunque fenomenali. Stiamo parlando di roba come "Final Fantasy VII" (cocciutamente in inglese) ma anche "Rayman" e quel "Tekken 3" che diverte sempre molto.
In definitiva, da mettere sotto l'albero oppure no? Decisamente sì se chi aprirà il pacco è un superfan della prima Play. Se si tratta di un/a semplice curioso/a oppure un/a appassionato/a di storia del videogioco forse è meglio investire quei 129.90 in qualcos'altro.
La Playstation Classic utilizzata per la recensione ci è stata gentilmente inviata da Sony.