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Diamanti e Pietre PrezioseLa quarta "C" dei diamanti

28.05.21 - 08:00
Cut – il taglio: un fattore complesso nella valutazione del diamante
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La quarta "C" dei diamanti
Cut – il taglio: un fattore complesso nella valutazione del diamante

Il taglio è il risultato del lavoro di professionisti specializzati, i tagliatori, la cui opera è oggetto del giudizio di altri professionisti altrettanto specializzati, i gemmologi.
I fattori che concorrono alla determinazione generale della qualità del taglio sono le proporzioni, la simmetria e la politura.
Con simmetria si intende la corrispondenza equilibrata fra le parti che compongono la pietra sfaccettata. La grande maggioranza dei diamanti presenta variazioni di simmetria, come circonferenza non perfetta nelle forme tonde, spessore variabile della cintura, faccette distorte, discostamenti da impercettibili a prominenti rispetto alla forma teorica.
La pulitura è lo stato della superficie, che deve essere priva di graffi, abrasioni, irregolarità, segni di lavorazione, scheggiature. Si tratta di danni esteriori, prodotti già durante la lavorazione oppure dall’uso.
Tali imperfezioni possono essere rimosse da una nuova lucidatura in taglieria con perdita di peso minima.
Il diamante è noto per essere il minerale più duro, ma spesso l’opinione comune confonde i concetti di durezza e tenacità. La durezza è la resistenza all’abrasione e alla scalfittura; la tenacità è la resistenza alla frattura e alla sfaldatura. Il diamante può essere scalfito solo da un altro diamante; tuttavia non è immune dalle rotture.
A riprova del fatto che il diamante non è indistruttibile, talvolta lungo la circonferenza si possono osservare, seminascoste sotto le griffes della montatura, delle scheggiature, causate spesso da operazioni di incassatura poco accurate o da un urto che puo’ compromettere anche l’apice o le punte.
Il massimo di brillantezza, fuoco e scintillio è enfatizzato dall’applicazione di principi matematici entro un campo di variazione limitato, oltre il quale la bellezza e il pregio del diamante sarebbero compromessi.
Il rapporto tra le dimensioni delle faccette e gli angoli di corona e padiglione sono fondamentali, tanto che diamanti ben tagliati risultano più brillanti rispetto a quelli meno curati. In un diamante tondo, corrette proporzioni sono fattori fondamentali nell’esaltare la brillantezza, ossia l’effetto originato dalla riflessione interna ed esterna della luce.
I lampi di colori vividi (blu, arancio...) emanati da un diamante tagliato costituiscono il fuoco. Essi scaturiscono principalmente dalle faccette della corona e sono dovuti alla dispersione della luce bianca che viene scissa nei colori dello spettro.
Lo scintillio è il lampeggiamento visibile quando la pietra o la sorgente luminosa sono in movimento.
Dopo 15 anni di ricerca, GIA ha sviluppato il nuovo Cut grade, sistema di classificazione che si applica solo ai diamanti con taglio brillante e colore nella gamma D-Z, applicato dal 2006. I gradi di taglio sono cinque: Excellent, Very Good, Good, Fair, Poor. La valutazione finale del grado di taglio è determinata da proporzioni e finitura. Rispetto ad altri sistemi di classificazione, GIA non considera isolatamente le singole proporzioni, ma valuta il modo in cui esse interagiscono fra loro. Infatti due diamanti con lo stesso cut grade non necessariamente presentano lo stesso aspetto.
I diamanti con gradi bassi, fair e poor, spesso sono sottoposti a ritaglio per migliorarne la qualità.
Nel commercio, a parità di tutti gli altri parametri, tra due pietre, di cui una con grado excellent di simmetria e good di pulitura, è maggiormente valutata la seconda, poiché gli eventuali interventi di ritocco comportano una maggior perdita di peso rispetto alla semplice rilucidatura della superficie.
Esempi di categorie di tagli scadenti sono dati da diamanti che presentano cinture spesse, corone e padiglioni alti e con un diametro inferiore a quello che dovrebbe essere: visti dall’alto appaiono più piccoli di quanto non siano in realtà. In fase di transazione, viene pagato un peso “nascosto” che non è apprezzabile nel diamante quando è montato.
Esiste anche il caso opposto, cioè quello di diamanti con padiglione e corona troppo bassi rispetto al diametro. In questo caso l’esemplare osservato dall’alto appare di peso maggiore rispetto a quello effettivo.
In entrambi i casi la brillantezza non è ottimale, in quanto una parte della luce sfugge dal padiglione invece di tornare all’occhio dell’osservatore, e la pietra ha meno “vita”.
Per quanto riguarda forme e stili diversi da quella a brillante rotondo, i cosiddetti tagli “fantasia”, nel settore non esiste concordanza sulle proporzioni preferibili. Di conseguenza, il campo di variazione è molto più ampio.
Discorso a sé è il cosiddetto “taglio vecchio”: questi diamanti presentano tavole piccole, apici molto ampi, storicamente noti come tavole inferiori, e sono piuttosto alti. I piu’ famosi tagli antichi sono il taglio “Amsterdam” e l’”American Ideal Cut”.
Benché agli occhi di alcuni posseggano il fascino della “patina del tempo”, spesso vengono ritagliati per omologarli al gusto attuale, rendendoli così più commerciali. Il valore di questi old cuts viene rapportato al peso stimato finale successivo al restyling.

 

A cura di Dario Cominotti.

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